di Aldo Grandi
Forse non tutti si stanno rendendo conto di ciò cui stiamo andando incontro e di che cosa sta per accadere. Questa finta emergenza sanitaria, questa malattia pressoché inesistente attualmente e con una carica virale che non ha ucciso nessuno in queste ultime settimane se non qualche persona che era, ormai, sull’orlo del precipizio, sta producendo una conseguenza inimmaginabile e devastante: sta per produrre danni irreparabili nelle nuove generazioni e, in particolare, in tutti coloro che, da lunedì, frequenteranno le scuole. Bambini che, a scuola, potranno essere accompagnati da un solo genitore per evitare assembramenti; che dovranno indossare la mascherina fino a quando non si metteranno a sedere al proprio banco nemmeno si trattasse di una pestilenza; ogni giorno dovrà essere indossata una mascherina diversa quindi 340 mascherine a testa per tutto l’anno o giù di lì; gli alunni non potranno togliersi la mascherina se non quando lo dirà l’insegnante; se piove e diluvia, vedi, ad esempio, la scuola media Carducci nel centro storico, ciccia: si resta fuori all’acqua sempre e comunque; niente pausa di ricreazione, la merenda si consuma al banco e dopo essersi lavate le mani; niente posti fissi a sedere, ma cambio ogni 15 giorni, un po’ come il gioco dei quattro cantoni; obbligo di igienizzare le mani ad ogni rientro in classe; niente abbracci, distanza minima, aria a turno, mani pulite, obbligo della mascherina.
Questa non è la scuola, questa è la società dell’igienizzazione. Spaventosa. Orwell non avrebbe saputo fare di meglio. E attenzione, così facendo si inizia, sin da piccoli, a reprimere bisogni e istinti ancestrali per cui, alla fine, la psiche ne risentirà al punto che cresceranno generazioni che necessitano di assistenza psicologica sin da subito. Siamo alla follia pura e la colpa è del tecnicismo burocratico e della deresponsabilizzazione che, ormai, avvolgono e devastano questa società dove nessuno ha più voglia di assumere responsabilità attinenti il proprio ruolo, né i genitori, né gli insegnanti, né i sacerdoti.
Non a caso questi ultimi non celebrano funzioni religiose se non su prenotazione, se non a distanza dai fedeli, se non lontano da chi soffre. Alla fine questi ministri di dio sono diventati, in realtà , dei semplici funzionari di una burocrazia senza spirito e senza anima. E guardate gli insegnanti, i quali, in fondo, lo stipendio a fine mese lo prendono lo stesso. Non potranno portarsi i compiti a casa, dovranno fare tutto in classe, non avranno alcun potere decisionale, saranno solo dei meri esecutori di misure volute da infettivologi, virologi e gente che vive nei laboratori. I genitori, poi, peggio ancora: avendo loro stessi paura da farsela addosso, sono ben contenti che i figli vengano tenuti come degli ergastolani sotto regime di 41 bis o quasi. Importante non è il loro sviluppo emotivo, ma che non rischino il contagio. Di chissà cosa, poi, visto che sono proprio loro quelli che non hanno nulla da temere.
Già , ma devono sacrificarsi per i più anziani, per gli adulti. Ma che cazzo di società è una società in cui le giovani generazioni vengono messe sotto chiave perché accusate di essere all’origine delle malattie che possono affliggere i più anziani? Ennesima dimostrazione non solo dell’invecchiamento della nostra società , ma del fatto che i giovani non hanno né avranno futuro o capacità di agire fuori dalle righe prescritte da altri sin dalla più tenera età . La società dell’obbedienza.
Noi non abbiamo figli, ma se anche li avessimo, in questa scuola non ce li manderemo mai. Questa non è una scuola, questa è una fabbrica di infelici gestita da personaggi frustrati la cui autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio sono andati a puttane da un pezzo complice questo regime di terrore che hanno imposto.
Attenzione, ecco l’ultima: se un bambino-alunno-studente si prende la febbre – e di inverno è abbastanza normale – dovrà attendere tre giorni prima di rientrare a scuola. Con sintomi quali tosse e raffreddore o mal di gola il ragazzo deve stare a casa. Vai con la pacchia! Aule vuote e tamponi a raffica senza senso.
Questa è la società della pazzia, dell’ignoranza, del gregge di pecore che ha bisogno di avere un cane da seguire altrimenti finisce nel burrone.
Invece di ribellarsi – le mamme, gli insegnanti, i sacerdoti – a questa dittatura sanitaria che ammazza la solidarietà e espande la solitudine di ciascuno, questi soggetti una volta determinanti hanno rinunciato a essere quel che erano sempre stati. E sono diventati marionette, buffoni, eunuchi. Aveva ragione Ida Magli, tutta colpa del prevalere nella nostra società e nella nostra scuola dell’elemento femminile. L’uomo ha rinunciato ad esistere e la donna non è in grado di sostituirlo.
Doti come il coraggio, l’ardire, la determinazione, la volontà , la ribellione, l’indipendenza, l’osare sono spariti dal vocabolario degli esseri umani in nome di un politicamente corretto che non ammette differenze, ma soltanto eguaglianze fittizie che con la natura umana non hanno alcunché a che fare.
Andrà tutto bene? Ridicoli. E’ già andato tutto male.

