L’ultima della UE: ‘Mosca dietro la sfiducia a Von der Leyen’

Ursula von der Leyen

“Dopo aver insabbiato il Qatar gate, lo Pfizer gate e il green gate ora la sinistra cerca di alimentare la teoria complottista contro la Russia”

C’è Mosca dietro la mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen, bocciata dal Parlamento europeo 10 giorni fa. E’ l’accusa lanciata da un portavoce della Commissione europea, sulla base delle conclusioni di diversi rapporti ad opera di riconosciute organizzazioni di fact-checking.

“Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l’Ue e la Presidente della Commissione. I fact-checker indipendenti 🙂 hanno ora chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura”, ha riferito il portavoce Thomas Regnier, citando gli studi di due aziende, la Debunk e la Check First, specializzate nella lotta alla disinformazione.

Già aprendo il dibattito in aula, Ursula von der Leyen disse che quella mozione, promossa dal romeno di Ecr, Gheorghe Piperea, era “stata firmata dagli amici di Putin”. “Sono movimenti alimentati da cospirazioni e complottismi, che vogliono polarizzare le nostre società, inondandole di disinformazione”, furono le sue parole. Ora però la Commissione va oltre, attribuendo la promozione di quella iniziativa legislativa direttamente al Cremlino.

Spulciando uno di questi due studi emerge che la campagna russa per screditare Von der Leyen e sponsorizzare la mozione di sfiducia ai suoi danni è partita a marzo per concludersi nei giorni immediatamente prima del voto di Strasburgo, ai primi di luglio.

Il report di Check First, un’azienda finlandese leader nel settore dei software e all’avanguardia nelle tecniche di ricerca avversaria, parte dall’esame di oltre 20mila post pubblicati dal gruppo russo Pravda Network in moltissimi Paesi, dalla Romania, alla Polonia, dalla Germania, alla Francia, dagli Stati Uniti ai Paesi baltici. La narrazione proposta negli articoli – sostiene il report – descrive la presidente come una leader “tossica, corrotta, antidemocratica”, associata a Big Pharma, ad accordi segreti, tipici di un elitarismo di Bruxelles. Anche il suo nome viene distorto in “UrSula von der Führer”.

E la raccolta delle firme, la presentazione della mozione – prosegue lo studio – viene narrata come l’impresa di Davide contro Golia, in lotta contro l’establishment dell’Ue. Il voto finale viene poi descritto come il momento culminante della battaglia dei piccoli Paesi, sostenuti dai popoli europei, contro la presidente di una Unione auto-referenziale, in mano all’asse franco-tedesco.

Secondo Check First, “la copertura della mozione di sfiducia contro von der Leyen da parte di Pravda Network illustra perfettamente come le operazioni di disinformazione russe sfruttino i legittimi processi democratici per minare le istituzioni europee. Quella che era iniziata come una mozione procedurale si è trasformata in una campagna narrativa coordinata su oltre 30 sottodomini, amplificando la storia con un linguaggio sempre più provocatorio”.

Di parere opposto, il vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci, che votò contro Ursula von der Leyen: “Dopo aver insabbiato il Qatar gate, lo Pfizer gate e il green gate ora la sinistra cerca di alimentare la teoria complottista contro la Russia. Domani, se grandinerà, sarà colpa del Cremlino”, accusa l’eurodeputato Patriota.

Il capo delegazione di FdI all’Eurocamera, Carlo Fidanza, che non prese parte a quel voto, prende le distanze sia da Mosca, sia dalla denuncia della Commissione: “Continueremo a combattere contro ogni ingerenza esterna ma, con la stessa determinazione, difenderemo la libertà di espressione, la libera iniziativa politica e il diritto al dissenso da chi strumentalmente scambia la difesa dell’Europa con la difesa a prescindere delle scelte – anche di quelle fallimentari – di questa Ue. E ogni qual volta non saremo d’accordo – conclude Fidanza – lo diremo, non perché ce lo chiedono i russi ma perché ce lo chiedono gli italiani e gli europei”.ANSA

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