Scoperta società di finti badanti stranieri, tre arresti

badanti

SIENA, 13 MAR – Avrebbe fornito documentazione falsa per ottenere il permesso di soggiorno chiedendo in cambio compensi che andavano dai 50 ai 4mila euro a seconda del ‘servizio’ offerto: falsa busta paga, dichiarazione di ospitalità, assunzione fittizia. Così una società di servizi alla persona di Chianciano Terme (Siena), secondo quanto accertato dalla guardia di finanza coordinata dalla procura di Siena, dal maggio 2021 a oggi aveva assunto 347 badanti stranieri, donne e uomini, dei quali solo 58 impiegati realmente in attività lavorativa.

Le indagini hanno ora portato tre persone agli arresti domiciliari – il promotore della società e i due più stretti collaboratori, destinatari di misure cautelari – e a 14 le perquisizioni eseguite nei giorni scorsi dalle fiamme gialle nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Mantova, L’Aquila e Viterbo. Otto in totale le persone indagate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Le tre persone ai domiciliari erano rientrate in Italia il 28 febbraio ed avevano un biglietto per la Tunisia il 7 marzo per poi non fare più ritorno, da qui la necessità dell’esecuzione della misura cautelare per concreto pericolo di fuga” ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il comandante della Gdf di Siena Antonio Marra. E dalla Tunisia giungevano in Italia la maggior parte di finti badanti ai quali, dietro corrispettivo, erano forniti finte buste paga, assunzioni fittizie o anche permessi di soggiorno. E sempre in Tunisia era stato aperto uno dei conti correnti all’estero dove veniva trasferito il denaro illecito versato dai migranti in una prepagata intestata alla società con sede a Chianciano Terme. “L’indagine è stata complessa e condotta con intercettazioni e pedinamenti per poter dimostrare che i badanti non svolgevano alcuna attività” ha sottolineato il procuratore facente funzione di Siena Siena Nicola Marini. Le indagini si sono svolte anche sul territorio nordafricano attraverso il coinvolgimento dell’Interpol. (ANSA).

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