Camionisti in rivolta: aziende paralizzate, rifornimenti a rischio

Camionisti in rivolta

Energia, camionisti in rivolta: aziende paralizzate, supermercati vuoti. Dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia fino a Ravenna: gli autotrasportatori sono decisi a proseguire a oltranza la protesta lanciata nel fine settimana per fronteggiare i rincari di gas e petrolio. La protesta dei camionisti mina di conseguenza la tenuta dei rifornimenti. L’allarme arriva direttamente da Coldiretti Puglia che ha dichiarato: “La Puglia è paralizzata dallo sciopero dei tir con navi merci di grano e mais che ripartono dal porto di Bari senza aver scaricato, mentre intere pedane di ortaggi, funghi, fiori e frutta stipate da ore nei camion sono da già da buttare per il blocco della catena della distribuzione alimentare”.

Secondo Coldiretti ”resta un’autonomia di 5 giorni nelle stalle per l’alimentazione degli animali poi le scorte di mais saranno esaurite. Con l’85% delle merci che viaggia sui strada lo sciopero dei Tir con i blocchi stradali provoca danni incalcolabili, dal campo alla tavola – aggiunge Coldiretti Puglia – con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione”.

Camionisti in rivolta, distribuzione bloccata

Le celle delle aziende agricole stanno letteralmente ‘scoppiando’ di cibo che non riescono a raggiungere le piattaforme logistiche italiane di distribuzione – sottolinea ancora la sigla agricola – con alcuni tir già carichi di prodotti deperibili fermi sulle strade, con uno sciopero ormai ad oltranza ed il rischio che il cibo vada irrimediabilmente buttato”.

Secondo i dati della Coldiretti, in Puglia il settore dei trasporti (34,6% dei consumi finali) si conferma tra l’altro il settore più ‘energivoro’ ed è caratterizzato da un largo utilizzo di combustibili liquidi che coprono il 93,9% dei consumi del settore, sulla base dei dati MISE, Terna ed Enea. ”A subire gli effetti dei rincari – conclude la Coldiretti – è l’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione”.

“E’ urgente un intervento contro lo sciopero selvaggio dell’autotrasporto scoppiato a Nord di Bari, perche’ la protesta ora sta paralizzando anche l’industria”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Puglia e Bari e Barletta-Andria Trani Sergio Fontana.

In molti molini, pastifici e industrie casearie del Barese – ha spiegato – da lunedi’ la produzione e’ ferma o va a singhiozzo. I molini sono sovraccarichi perchè non riescono a consegnare la semola e per questo stanno fermando l’attivita’. Di conseguenza i pastifici non ricevono la materia prima e sospendono alcune linee di produzione”. Anche altre linee di produzione, secondo Fontana, vanno a singhiozzo.

L’industria più danneggiata è quella di alimenti freschi – specifica – come i latticini o i mangimi per animali, che non possono restare a lungo invenduti senza deteriorarsi. Intanto si riducono le scorte di materie prime anche per l’industria di beni durevoli, come quelli della meccanica che, da quel che sappiamo, puo’ resistere in media ancora per una decina di giorni, dopodiche’ diverse aziende dovranno fermare la produzione”.

Per Confindustria Puglia, “occorre ripristinare l’ordine, aprendo un dialogo costruttivo. Il caro carburante e’ un problema serio, ma va affrontato nel rispetto delle regole. Le istanze degli autotrasportatori sono giuste, ma le modalita’ di protesta no. Non si fa sciopero in questo modo”. Da qui la richiesta al ministro dell’Interno e al ministro dei Trasporti di trovare soluzioni per “evitare degenerazioni”.  affaritaliani.it

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