Crisi coronavirus, boom di beni venduti ai ‘compro oro’: +50%

Con la crisi dovuta al coronavirus, sempre più persone ricorrono ai vari negozi di ‘Compro Oro’ per vendere preziosi, tra cui gioielli di famiglia e orologi. Un aumento vertiginoso del fenomeno che, secondo i dati del Codacons, è cresciuto del 50% rispetto al periodo pre-pandemia. Durante la prima ondata, molte le persone che preferivano impegnare i loro averi, con la certezza, un giorno, di riuscire a riscattarli.

“Adesso, anche se può sembrare paradossale, siamo in crisi pure noi – dice all’Adnkronos la titolare di un negozio di pegni – durante i primi mesi di lockdown il nostro settore aveva registrato un aumento notevole di clientela e in tanti venivano ad impegnare i loro preziosi. Ora, però, con l’incertezza sulla fine della crisi e la difficoltà a riscattare i beni impegnati per mancanza di soldi, la gente preferisce rivolgersi ai compro oro”.

“La situazione è drammatica, si vende tutto ciò che si possiede – spiega all’Adnkronos il presidente del Codacons Carlo Rienzi – l’unica cosa che si può fare è vigilare affinché le valutazioni fatte dagli esercenti non siano inferiori al bene che si sta vendendo. Noi abbiamo chiesto alla Guardia di Finanza di vigilare, perché – aggiunge Rienzi – sembrerebbe che molti operatori si stiano approfittando della situazione. La gente ha fame e ha bisogno di liquidità”.

“Un esempio concreto? Prima dell’estate una ragazza di Roma – racconta il presidente del Codacons – dopo aver perso il lavoro ha deciso di cedere il proprio Rolex del valore di 5.000 euro, vedendosi riconoscere solo 2.200 euro, nonostante quel tipo di orologi, è noto, mantenga il valore nel tempo”. “E’ naturale che il nostro lavoro in questo periodo emergenziale stia vedendo una crescita in termini di incassi – ammette all’Adnkronos Cristina, proprietaria di un Compro Oro a Roma – ma l’importante è essere corretti nelle varie valutazioni. In questo momento possiamo dare una mano a chi è in difficoltà”.  ADNKRONOS

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