Strage di Hanau, i morti non hanno colore

di Francesco Perretta

Noi che abbiamo sempre denunciato l’indifferenza per le stragi giornaliere di cristiani incolpevoli, le stragi che non fanno più notizia, quelle a cui siamo passivamente abituati, non possiamo non indignarci anche di fronte al gravissimo episodio di ieri sera ad Hanau. Perché 80 anni non sono bastati per estirpare la vergogna e l’orrore dell’odio razziale.

L’esaltato criminale che ha ucciso almeno 9 persone nella civilissima ed efficientissima Germania è un pazzo isolato. Tuttavia sono tanti, sono tantissimi i complici silenti di questo assassino. E non mi riferisco solo a quelli, troppi, che sogghignano dentro di se.

Mi riferisco anche a quei musulmani che gridano vendetta, e non sono pochi, anche dalle nostre parti.

Mi riferisco inoltre a quella moltitudine di tedeschi ed europei che non riescono a provare quel senso di terrore e di pietà umana che si deve sempre ai morti innocenti, mi riferisco a tutti quelli che in fondo hanno ceduto all’abitudine di pensare “tanto sono immigrati”.

Quale diritto ha la nostra pretesa civiltà, di giudicare popoli e culture, quale forza ha di combattere il male, se ha dimenticato il bene?

“Nella tolleranza nasce una gioia ineffabile” canta Juri Camisasca in questa poesia piena di armonie dimenticate che vi invito ad ascoltare. Ci troverete una dolce potenza a noi ormai estranea, a cui suggerisco di abbandonarsi aprendo cuore e intelletto. Perché la “riscoperta delle radici cristiane” non è uno slogan politico, ma una scelta di amore che deve ripartire dalla coscienza di ognuno.

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