Non hanno speso un euro degli sms per i terremotati

Il Tempo

di Franco Bechis Una vergogna che non ha precedenti. Dei quasi 2,5 miliardi stanziati per la ricostruzione post sisma 2016 del centro Italia finora spesi solo 49 milioni. Su 2.291 interventi previsti ne sono stati realizzati in tutto 15: scuole aperte per altro in grandissimo ritardo (come ad Accumoli), quando oramai gli alunni non c’erano più, perché trasferiti altrove.

Ho provato a farlo presente in tv da Lilli Gruber all’ex commissario straordinario al sisma, Paola De Micheli, che per altro oggi se ne occupa ancora come ministro delle Infrastrutture. Lei si offesa, rivendicando successi del tutto inventati. La verità (i numeri appena elencati) l’ha fornita con sincerità a Il Tempo qualche giorno fa il successore della De Micheli, il commissario Piero Farabollini. E nelle tabelle che ci ha inviato c’è anche una amarissima constatazione: non è stato speso ancora nemmeno un centesimo dei 33,3 milioni che gli italiani donarono con generosità appena viste le prime immagini della tragedia di Amatrice. In tre anni e quattro mesi si sono solo individuati 95 interventi (molti dei quali discutibili, come la costruzione di sedi di comune, che non dovrebbero avvenire con fondi privati) che però non hanno ancora visto la luce.

Se poi gli italiani non doneranno più, c’è da capirli. Eppure ben quattro governi (per pochi mesi quello di Matteo Renzi, poi quello di Paolo Gentiloni, poi i due esecutivi di Giuseppe Conte) hanno fatto tanta propaganda sulla pelle degli italiani terremotati, ma realizzato il nulla che qui raccontiamo. Vergognosi tutti.

C’è però una spiegazione che ci ha fornito Farabollini (molti progetti di ricostruzione che sarebbero potuti partire sono stati fermati dai comuni che intanto votavano e avevcano nuovi sindaci e nuove maggioranze con altre idee), che offre la sola via percorribile per mettere fine allo scandalo. Bisogna che abbia tutti i poteri necessari anche in deroga alla legge sugli appalti e alle normative vigenti un solo soggetto- ad esempio il commissario- in modo che nessuno possa bloccare nulla.

C’è chi obietta: ma così si favorisce qualche furbetto che magari ruberà. E’ ora di finirla con questa sciocchezza: i ladri sono ladri, e non sono le norme a renderli tali. Chi ruba lo fa in qualsiasi modo. Adesso non è quello il problema, ma ricostruire alla velocità della luce quei posti dove altrimenti non tornerà più nessuno.

 

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