Ilva, si ferma indotto Enetec: lavoratori in cassa integrazione

foto Enetec

C’e’ gia’ la prima richiesta di cassa integrazione dalle aziende dell’indotto appalto siderurgico di Taranto per la crisi ArcelorMittal, ex Ilva. Si tratta dell’impresa Enetec che fa capo al presidente del Taranto Calcio, Massimo Giove. Enetec di occupa di progettazioni, costruzioni e montaggi industriali. Nella lettera ai sindacati metalmeccanici, ma anche a Confindustria Taranto, Enetec dice di ”ritenere improcrastinabile l’avvio di una procedura di cassa integrazione ordinaria per 50 unita’ lavorative, 46 operai e 4 impiegati, su un organico complessivo di 56 unita’, 50 operai e 6 impiegati, da sospendere per un massimo di zero ore a decorrere dall’11 novembre per 13 settimane complessive.

Nella lettera spedita da Enetec, si legge che il ricorso alla procedura di cassa integrazione appare ”oggi inevitabile vista la sussistenza di elementi concreti che inducono a ritenere assolutamente ipotizzabile il perdurare di questa fase di stallo per tutto il prossimo trimestre de in ogni caso sino a che non saranno definiti i tempi e le modalita’ dell’eventuale prosecuzione della gestione da parte di Ami”, si tratta di Am Investco Italy, la societa’ di ArcelorMittal, ”o del paventato subentro di nuovi soggetti giuridici”.

All’impresa Enetec il recesso formalizzato da ArcelorMittal verso i commissari dell’amministrazione straordinaria Ilva porta a ritenere che siano ”a rischio tutte le commesse ad oggi in fase di lavorazione sulle quali e’ impiegato tutto l’organico in forza ed inolte espone la societa’ – conclude Enetec – al concreto rischio di insolvenza della committente per i crediti maturati ai quali si aggiungeebbero le fatture gia’ scadute insolute per quasi 800.000 euro”. ilnazionalista.it

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