Repubblica e la colata di odio contro gli italiani: “Leghisti maiali?”

di Filippo Facci – – Messaggio: Salvini è un maiale, oppure i leghisti sono dei maiali. Varianti: gli emiliani sono dei maiali, gli emiliani ragionano con la pancia (ma solo ultimamente) dopodiché le possibili associazioni sono finite: e sono Salvini, leghisti, pancia, maiali, Emilia. La vignetta troneggia al centro della pagina 8 di Repubblica di ieri (guardatela) e s’ intende che trattasi di satira, firmata Ellekappa. Non c’ è scritto «satira», anzi, la vignetta sostituisce una qualsiasi fotografia che non renda la pagina una colata di piombo: non c’ è scritto che è satira, mai, sarebbe didascalico, e la satira si fa, è normale, ci mancherebbe che ora ce la prendiamo con la satira.

Fossimo dei seriosi, diremmo che il problema non è che la satira è accasata nelle cose della politica (l’articolo di Repubblica parla di Salvini, ovviamente) ma che la politica ormai è accasata definitivamente nella satira, il problema quindi è che tanta «gente» (quella che ragiona con la pancia, secondo Repubblica) non coglie più le differenze anche perché il personale politico è una rassegna satirica; la «gente» evocata da Repubblica, cioè, non distingue tra una caricatura di Crozza e il personaggio caricaturato: ecco perché non cercano più la caricatura ma direttamente la somiglianza, la copia.

IL NEMICO COME MOSTRO
Discorsi complicati: resta che non da oggi – anzi, da una trentina d’ anni – Repubblica parla alla sua, di «gente», e mostrifica il nemico. Ed è libera di farlo, ma poi è anche libera di vederne i risultati nelle urne. E questi risultati premiano i mostri, il più delle volte. È così, e da una vita lo dicono e ripetono sociologi, sondaggisti, tabaccai e netturbini: la demonizzazione esasperata (Berlusconi insegna) induce a consenso per il demonizzato, che perciò gongola. Gli articoli – quelli dove troneggia una vignetta di satira – magari sono seri, parlano di scambi dialettici, di luoghi istituzionali, di coreografie tradizionali della politica: ma la gente guarda prima la vignetta perché è immediata, è come un titolo, è una scorciatoia del pensiero e meglio una sua mancanza, un cedimento. E allora Salvini maiale, fascista eccetera, che si fa prima.

Nel tempio del politicamente corretto hanno passato gli anni a dipingere un fantomatico partito dell’odio (fantomatico mica tanto: intendevano sempre Salvini) e poi l’odio lo fomentano loro, o questo direbbero di una vignetta speculare. Poi c’ è il discorso della «gente», se non pare complicato anche questo; la vignetta mostra un maiale (che non è chiaro se rappresenti Salvini o il suo elettorato emiliano: ma fa lo stesso, l’ ambiguità fa gioco) e dovremmo credere che Salvini «parla alla pancia della gente» mentre una vignetta del genere parlerebbe all’ intelletto dei lettori.

LIVORE A SINISTRA
Dovremmo pensare che gli elettori della Lega, oggi, possano essere come quelli dei primi anni Novanta, i lumbàrd arroccati nei loro ranch e pronti a sparare a ogni anima sotto Bergamo. Di chi parliamo, poi? Degli elettori emiliani, gente che storicamente votava a sinistra ma d’ un tratto s’ è tramutata in maiali, come Lucignolo si trasformò in un somaro: è cambiato il mondo, e quindi è cambiato persino il triangolo rosso Emilia Romagna-Toscana-Umbria, è tramontata persino l’ ombra lunga del Partito Comunista, persino il voto popolare, soprattutto è cambiata l’ Italia del primario e del secondario che è riuscita a tenere il passo dei mercati mentre la sinistra diventava rifugio per i garantiti, i ceti medio-alti e i sedicenti intellettuali: quelli che dicono «maiale» o «ragiona con la pancia» a chiunque si sia accorto che il mondo è cambiato, appunto. In effetti si può votare con la pancia oppure col portafoglio: l’ altitudine è la stessa, si vota comunque in zona culo. Tranquilli, è satira.

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