La solita Italia crocevia di spie

Da Conflitti e Strategie – – C’è una spy story che coinvolge il governo. Vedrete che non verrà fuori niente, o molto poco, come conviene in questi frangenti, ma improvvisamente qualcuno potrebbe essere costretto a fare un passo indietro o ad eclissarsi. Ricordate Di Pietro che da un giorno all’altro sciolse i suoi ranghi? Si saprà “il giusto” e magari anche “sofisticato” abbastanza per non dare l’impressione che l’Italia sia un crocevia di spioni, come effettivamente è.

Un fatto però è chiaro. Il Russiagate è stato (ed è) un complottone, nemmeno tanto raffinato, ordito dal vecchio establishment statunitense contro Trump. Le classi politiche europee (e le intelligence continentali) hanno aiutato le gemelle americane, dalle quali dipendono, ad organizzare questa messinscena perché temono di essere derubricate dalla gestione del potere qualora il clima internazionale dovesse mutare o, addirittura, subire un bouleversement. Se la rivoluzione trumpiana riesce a dovere per loro non ci sarà più spazio e nuovi lacchè saranno accreditati nei paesi satelliti dell’iperpotenza mondiale, la quale muta la sua visione perché ormai percepisce un relativo declino. Ovviamente, i meno compromessi riusciranno in qualche modo a riciclarsi.

È una vecchia storia. Agli inizi degli anni ‘90 le cose furono fatte in grande stile perché si chiudeva un’intera epoca di straordinaria unicità. Dc e Psi furono spazzati via da un golpe giudiziario in cui dietro ogni magistrato c’era una barba finta che imbeccava o addirittura erano quest’ultime a travestirsi da togati, come si è poi saputo ma mai abbastanza pubblicizzato. Democristiani e socialisti esaurirono la loro funzione quando cadde il muro di Berlino. Essendo ormai inutilizzabili per la nuova fase furono convinti con le buone e con le cattive a farsi da parte. Non siamo ancora a quei livelli e a quello snodo storico ma qualcosa di simile potrebbe avvenire in Europa col mutamento di strategia in atto oltreoceano.

I figliocci nazionali dei Clinton e degli Obama potrebbero vedersela brutta, soprattutto perché si sono scoperti troppo in questi anni. Ci tenevano a servire e riverire, senza alcuna decenza. Passare per stuoini degli yankee li esaltava persino. Il clima però non è più lo stesso e come dicevano i latini simul stabunt vel simul cadent. Trump e chi lo appoggia non sono ancora usciti vincitori dalla contesa coi precedenti dominanti statunitensi. Ma se la partita si chiudesse a favore dei primi molte teste cadranno in America ed in Europa.

Qui da noi in molti si sono prestati all’azione di disturbo dell’ascesa del tycoon newyorkese, mettendo a disposizione i servizi (a dir il vero ampiamente infiltrati dalla CIA) per varie macchinazioni. Trump non ha gradito, comincia a chiedere il conto o almeno minaccia di farlo. Chissà cosa passa nella testa dei bulletti che si sono inchinati quando tutto filava liscio mentre ora appaiono a disagio. Altre capriole potrebbero non bastare a salvarli nonostante l’aria da sempiterni “rodomonti”

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