Aspesi e Montanari: la misura del degrado cui l’Italia si è consegnata

di Ornella Mariani

Tommaso Montanari ha convinto.
Se dubbi si avevano ancora sulla volgarità; sulla mediocrità intellettuale; sullo squallore culturale; sulla faziosità più disonesta e sull’invidia sociale di cui è Portatrice la Sinistra, egli li ha fugati tutti saldandosi alla rozza ignoranza anche di Natalia Aspesi: quella che ha citato i lemuri volendo riferirsi ai Leming.

L’Uno scrive degli indimenticabili Franco Zeffirelli ed Oriana Fallaci: “…Si può dire che il maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen…”.

L’altra vagheggia di sparare a Salvini.

Entrambi: inqualificabili sciacalli, espressivi di una sistematica ed insopprimibile quanto sordida esigenza di infangare Persone che hanno riscosso apprezzamento; considerazione; ammirazione nel mondo e non già nelle periferiche stanze di un Giornalismo d’accatto o di Università sempre più politicizzate e scadenti.

Accomunati da palese modestia intellettuale ed assenza di Etica, la Aspesi ed il Montanari testimoniano l’assunto di Konrad Lorenz: “L’odio ha conseguenze più nefaste della totale cecità o sordità…. non rende solo ciechi e sordi, ma anche incredibilmente sciocchi.…
Sta di fatto che Oriana Fallaci e Franco Zeffirelli: distintisi per sensibilità e statura morale, sono entrati a pieno titolo e diritto in quel Gotha della Cultura al quale Soggetti come Quelli evocati per bassezza non potranno aspirare mai.

Zeffirelli nel 1991 dichiarò che “…Il fondamentalismo islamico è inconciliabile con il nostro relativismo culturale, è una bomba innescata e quando esploderà farà più danni dello stalinismo, più del nazismo perché ignora i principi della civile convivenza…”.

Fallaci fece coraggiosamente sua quella inascoltata previsione che ha indotto, di recente, il Ministro dell’Interno Salvini a denunciare il rischio di trasformazione dell’Europa in un Califfato.
Con rara capacità di analisi della Storia e degli eventi Entrambi presagirono il fallimento dell’ Occidente e il drammatico declino delle sue radici indotto dalla complicità di una Sinistra ipocrita e mazzettara.

Le incommentabili affermazioni della Aspesi e del Montanari, dunque, danno la misura del degrado cui l’Italia si è consegnata scivolando verso una deriva anche istituzionale: una involuzione senza speranza, che ha frantumato fino all’ultimo brandello di Deontologia portando al Giudizio la Casta giudiziaria Giudicante e convinta di essere Ingiudicabile ed intoccabile.

L’intervento del Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco sullo scandalo che scuote la Magistratura e su quell’agitarsi “…nei corridoi degli alberghi e nelle retrovie della burocrazia romana, che non ci appartiene e non appartiene ai magistrati del Nord…” è sconcertante col suo distinguo tra Magistrati del Nord e Magistrati del Sud estraneo alla realtà.

I Tribunali della intera Penisola sono soffocanti espressioni di un potere la cui unilateralità li ha trasformati in sedi di partito d’opposizione: imbarazzanti commistioni anche parentali; impunità a fronte di ritardi biblici, errori e sentenze non di rado ingiuste; abitudine consolidata a debordare dagli ambiti nell’applicazione delle Leggi e nell’amministrazione della Giustizia; sistematica quanto indebita aggressione delle libertà democratiche; incontrollabile ed intollerabile demonizzazione dell’Avversario, fino a stravolgere l’assetto istituzionale del Paese; corruzione hanno sottratto credito e prestigio da Nord a Sud ai Giudici, troppi dei quali indulgono in manettarismo e cialtronismo.
E’ opportuno ricordare a Greco, in questa Italia velenosa ed avvelenata, frammenti dello scontro milanese tra Edmondo Bruti Liberati e Alfredo Robledo: “…Per non farti nominare bastava che mandassi uno dei miei a pisciare…” avrebbe detto l’Uno all’Altro.

Il vizio; gli intrighi; i ricatti; lo sappia il Procuratore della Milano delle Boccassini e dei Di Pietro, non rispondono a latitudini.

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