Niente presepe, la vergogna di non sentirsi cristiani (né italiani)

di Aldo Grandi

Il nostro Lorenzo Vannucci ha fedelmente riportato quella che è stata, senza ombra di dubbio, una serata da dimenticare per il consiglio comunale di Pistoia. Una vergogna aggiungiamo pure dove, ancora una volta, nemmeno ce ne fosse il bisogno, alcune forze politiche, sempre le stesse sempre più rosse, hanno bocciato una mozione proposta dalla Lega, un partito che, fino a qualche anno fa era secessionista e antitaliano ed oggi, a tutti gli effetti, è diventato l’estremo e lo strenuo difensore dell’italianità. Ebbene, la Lega aveva proposto una cosa semplice, una cosa intelligente, per niente provocatoria e per niente discutibile. Si trattava di dotare ogni scuola di un presepe, evento che, per noi un più vecchi di età, era una consuetudine in tutte le scuole dello Stivale prima che il Sessantotto, la rivoluzione (fortunatamente) incompiuta, gli anni del terrorismo e dell’edonismo, quelli dell’avvento della Sinistra al potere infine, ne decretassero la morte. A Pistoia, ieri sera, non è morto il presepe e nemmeno è morto Gesù il cui 25 dicembre è giorno di festa anche se, ormai, per la maggior parte di questi umani vestiti di apparente solidarietà, esso è soltanto giornata di consumi. Ieri sera a Pistoia è morta la consapevolezza delle proprie radici, delle proprie tradizioni, del proprio passato, del nostro essere italiani e cristiani da sempre.

Siamo giunti al punto in cui un crocefisso appeso al muro o un presepe allestito in un angolo di una stanza sono diventati non un momento di pace e di fratellanza fra le genti, bensì di divisione e, peggio ancora, di contrasto e di violenza di una parte sulle altre. Vi rendete conto di come è cambiato e di come vorrebbero stravolgere il senso della nostra stessa esistenza questi incapaci e ignoranti indossanti le vestigia di un laicismo buono per tutte le stagioni e, soprattutto, per le stagioni degli altri, quelli che sono stati fatti sbarcare a milioni e che, loro no a differenza di noi, non hanno certo rinunciato alle loro usanze, alla loro religione, alle loro convinzioni. E nemmeno avevano o hanno chiesto di rinunciare noi, alle nostre. No, è pazzesco, ma è proprio così: siamo noi, sono gli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori, tutti cresciuti, quasi tutti di sesso femminile, alla scuola del Pensiero Unico Dominante, dove il politicamente corretto è portato all’esasperazione, dove si ha paura di scoprirsi e sentirsi diversi perché timorosi di essere uguali a noi stessi così come siamo sempre stati.

Sono gli italiani, anzi, una ben definita categoria di italiani con la i minuscola che, vedendo e sentendo cosa dice e cosa fa Papa Francesco, il gesuita incaricato di distruggere la Chiesa e la sua funzione, trovano un prezioso alleato nell’opera di demolizione di tutto ciò che è il nostro patrimonio storico, artistico, culturale, religioso. E dispiace scoprire che in questa opera devastante e denigratoria i primi a schierarsi nemmeno si trattasse di una crociata sono proprio il clero e gli esponenti della Sinistra senza dio e con in testa il nuovo testamento Lgbtq.

Qualcuno può anche credere che aprire una crisi di governo su un episodio come quello di ieri in consiglio comunale possa sembrare una esagerazione, ma non dobbiamo dimenticarci che gli uomini sono, innanzitutto, i loro principi. E se questo è il risultato di un nuovo avvento e non ce ne voglia Tomasi, bene, allora che muoia Sansone con tutti i filistei perché l’avvento della fine è ormai imminente.

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