Li chiamano ‘pirati’ ma si è lontani dai tempi delle scorrerie per mare. Loro, i pirati della strada, con l’auto investono persone e si danno alla fuga. Scappano senza prestare soccorso alla vittima. Quello della pirateria stradale è un fenomeno in aumento nel nostro Paese: “Nei primi sei mesi del 2015 i casi di pirateria stradale sono aumentati del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, riferisce all’Adnkronos Giordano Biserni, presidente dell’Associazione amici di polizia (Asaps). E intanto arriva una sentenza della Cassazione sulla possibilità di arresto in flagranza ‘differita’.
Dall’inizio dell’anno al 30 giugno, sono 484 i casi di pirateria stradale registrati in Italia, con 61 vittime e 575 feriti: è la fotografia scattata dall’Asaps nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio ‘Centauro’. E nel mese di luglio, precisa Biserni, “i casi di cronaca hanno aggravato ulteriormente i dati: in soli 31 giorni, infatti, si sono contati 10 morti e 112 feriti in 96 episodi”.
Nei primi sei mesi dell’anno sono 49 (17,9%) i pirati della strada per i quali si è riusciti ad accertare lo stato di ebbrezza da alcol o droga. Un dato in calo rispetto allo stesso periodo del 2014 (21,7%).
Biserni invita però a leggere con attenzione i numeri: “Si tratta di un calo relativo” perché se si considerano le sole piraterie mortali, “il dato legato all’abuso di alcol sale al 20,5%”, precisa. Inoltre, 14 ‘pirati’ sono risultati positivi ai test antidroga, in aumento rispetto ai 9 dello scorso anno. “Piccoli numeri – sottolinea il presidente dell’Asaps – ma si tratta di un aumento non da poco”.
Rendere non conveniente la fuga è la ricetta proposta da Biserni che denuncia: “Oggi non è così”. “Una persona sotto effetto di stupefacenti, che uccide su strada – spiega – è punita con la pena di 12 anni di reclusione. Chi fugge, invece, risponde di omicidio colposo aggravato per violazione del Codice della strada, con una pena da 2 a 7 anni, cui si aggiunge l’omissione di soccorso, da 1 a 3 anni di reclusione, per un totale di 10 anni”.
A questo si aggiunge il fatto che “la maggior parte dei pirati della strada non viene presa”. Insomma per l’Asaps è necessario inasprire la pena in caso di fuga con la “revoca della patente fino a trenta anni”.
Intanto, prosegue Biserni, “l’Asaps saluta con molto piacere la sentenza della Cassazione” che “rende possibile l’arresto oltre le 24 ore qualora siano iniziate subito le indagini e non si siano interrotte”. “E’ l’estensione di un concetto già esistente – spiega Biserni – ma è uno strumento in più nelle mani dell’investigatore per portare un risultato a casa”.
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