Cara Sindaca di Crema, la moschea non s’ha da fare!

Stefania-Bonaldi,

foto © Cremaonline.it

Cara Sindaca di Crema la moschea non s’ha da fare! Questa sera a Crema si terrà addirittura un ‘Consiglio comunale Aperto’ per discutere ciò che Sindaca e Giunta hanno in effetti già deciso: concedere i permessi per edificare uno pseudo luogo di culto. E’ il modo sinistro di dimostrare ai beoti la loro demo-crazia. Per intervenire bisogna iscriversi alle 20 al Consiglio comunale che inizierà alle 20:30.

Una premessa della Sindaca aprirà il dibattito. Mi sarebbe piaciuto esserci, ma ahimè sono febbricitante e non posso andarci – dice Armando Manocchia. Alla sindachessa, avrei voluto fare un paio di domandine.

La prima: Immagino che lei rispetti la Costituzione Italiana. (già m’immagino un: SI! Certamente!) E visto che rispetta la Costituzione Italiana, per quale motivo vuole concedere i permessi per la costruzione di un sedicente luogo di culto di una sedicente religione quando la Costituzione Italiana, quella che lei ha appena detto pubblicamente di rispettare, eludono sia l’Art.8 comma 2 e comma 3 di detta Costituzione? Per chi non l’ha presente, rammento che l’Art. 8 della Costituzione non recita soltanto quel benedetto Comma 1. Col quale tutti si riempiono la bocca e che recita testualmente: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. (E fin qui, nessuno ha niente da obiettare).

Ma il Comma 2.?

Leggiamolo insieme: “Le confessioni religiose hanno diritto di organizzarsi secondo i propri Statuti, in quanto “non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”. Ora, sul fatto che la sedicente religione, a cui lei Sindachina (Sinda…china, non vuol dire prona verso quella pseudo religione) e la sua Giunta, volete concedere i permessi, contrasti con l’ordinamento giuridico italiano, lì in quell’Aula, le assicuro che sono in pochi a metterlo in dubbio!

Ma supponiamo pure che sia opinabile e discutibile e che magari si potrebbe chiarire con un REFERENDUM, che ne dice? Mia cara Sindaca di Crema, veniamo al Comma della discordia.

Il Comma 3. Che non è affatto opinabile e tantomeno discutibile, in quanto recita testualmente: “I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla “base di intese” con le relative rappresentanze”.

Con questo Comma i Padri Costituenti hanno voluto che si evincesse chiaramente che la nostra Costituzione, alle confessioni religiose che vogliono costruire/edificare un luogo di culto, richiede un “Patto di Intesa”. Patto, come abbiamo sottoscritto con vere confessioni religiose. A titolo di esempio per l’Unione Comunità Ebraiche; per Unione Evangelica Battista d’Italia (UCEBI); per La Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) ): Ecc. Patto che viene sottoposto alle Camere per il passaggio in legge e consente un controllo da parte dello Stato affinché la confessione religiosa professata non sia portatrice di una concezione di vita che induce a vivere il rapporto tra fedeli e Stato secondo modalità profondamente diverse dai convincimenti religiosi o meno che la maggioranza dei cittadini recepisce come disvalori e incompatibili con il nostro ordinamento giuridico.

Anche i sassi sanno che quella che voi chiamate ‘religione’ o addirittura ‘religione di pace, amore e tolleranza’ non è altro che una IDEOLOGIA. Una IDEOLOGIA TOTALITARIA che “contrasta fortemente con i nostri valori, con la nostra democrazia, con la nostra cultura, civiltà e identità e, per restare in tema, contrasta soprattutto con il nostro ordinamento giuridico e con i principi di riconoscimento di libertà e di dignità della persona” della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. Dichiarazione che, le ricordo, la sedicente ‘religione di pace, amore e tolleranza a cui lei vuole concedere il permesso per edificare un luogo di proselitismo, di indottrinamento, di istigazione alla violenza e di reclutamento per la jihad e molto altro, non riconosce.

Quindi, Sindachessa di cosa state parlando?

Armando Manocchia

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