Arcivescovo di Agrigento: se fossi trattato come i migranti anche io sarei cattivo

“Proteste a Tor Sapienza? Spero che non sia soltanto una buccia di banana piazzata lì per Marino. Mi chiedo: perché la Lega che protesta non chiede anche ai calciatori di colore o alle badanti di andare via? Anch’io diventerei cattivo se venissi trattato come vengono trattati molti migranti in Italia”. A “Stanze Vaticane – Tgcom24” parla Mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, presidente della commissione CEI per le migrazioni e presidente della fondazione “Migrantes”.

Monsignor-Montenegro

 

Riportiamo alcuni stralci dell’intervista firmata da Fabio Ragona

Ci sono stati scontri nei giorni scorsi tra rifugiati e residenti di Tor Sapienza che hanno attaccato il centro di accoglienza. I migranti ospiti della struttura sarebbero autori di furti, danneggiamenti, schiamazzi notturni, ecc…  
“Si pensi a questi rifugiati, che devono stare nei centri in tutta Italia mesi e mesi, alcuni anche anni, prima di avere una risposta. Se io ad esempio fossi un migrante di 20/30 anni, che deve stare tutta la giornata senza far niente ad aspettare una risposta sul proprio futuro, dopo alcuni giorni m’incattivirei anche io!  Sono dei ‘ragazzoni’ che con i nostri ragazzi avrebbero voglia di fare qualcosa e non gli è permesso. In compenso sono costretti a stare dentro un centro d’accoglienza senza far niente per mesi, a guardare la strada e il cielo. E pretendiamo pure che diventino lindi e pinti? Questa sarebbe l’accoglienza?”.

A proposito di Agrigento e Lampedusa, oggi viviamo anche il rischio che tra i migranti che arrivano sui barconi dal nord Africa ci siano anche infiltrati dell’ISIS…
Questo è possibile, il mondo è sempre un miscuglio di bene e di male. Bisogna esser capaci di fare dei buoni controlli e di saper filtrare. Quando son partiti i nostri migranti italiani verso l’America o altri Paesi, noi abbiamo esportato i mafiosi. E’ stato un rischio anche allora. Non possiamo vivere come se fossimo in una bolla di sapone come dice Papa Francesco. Forse dovremmo essere meno colonizzatori e cercare di investire in quelle terre pensando anche al bene di quella gente e non soltanto ai nostri interessi. Perché se oggi c’è migrazione, il male non è la migrazione, la migrazione è solo un sintomo, il male più grande è l’ingiustizia. I migranti denunciano un’ingiustizia che esiste. Non possiamo pensare che tutto si risolva accomodando sempre le cose”.