Sanità: la Toscana taglia 300 mln di euro di servizi pubblici e ne regala 23 a un privato

 

Da 16 a 3 Asl in un colpo solo: questa la ricetta di Rossi per accontentare i tagli imposti dal premier-non-eletto Renzi. Ma nel frattempo guardate cosa sta succedendo a Prato: 23 milioni buttati perché non avevamo fatto bene i conti 10 anni fa.

tagli14 nov – Mentre impazza il dibattito sull’accorpamento delle Asl toscane, che passeranno da 16 a 3 “per decreto” del Presidente Rossi, si scoprono altre consistenti fonti di spreco di denaro pubblico. Stiamo di nuovo parlando del famoso project financing con cui sono stati realizzati i 4 nuovi ospedali toscani (Apuane, Massa, Pistoia e Prato), già al centro di ferventi polemiche in passato.

Il meccanismo del project, fortemente voluto da Rossi all’epoca assessore al Diritto alla salute, ci fu venduto come strumento innovativo con cui realizzare nuove strutture senza gravare troppo sui bilanci pubblici. Oggi, a 10 anni dalla firma dell’accordo, questo meraviglioso strumento mostra tutte le sue debolezze.

A Prato, dove il nuovo ospedale è stato ultimato e inaugurato l’anno scorso, si pone il problema di cosa fare del vecchio complesso svuotato che sorge in mezzo alla città. Secondo il famoso accordo del 2005, l’immobile avrebbe dovuto essere venduto per complessivi 43 milioni di euro. Soldi che avrebbero contribuito a finanziare il project e che adesso mancano all’appello. Perché?

Non solo non siamo riusciti a vendere neanche mezzo metro quadrato, ma la stima del vecchio complesso ospedaliero è parecchio calata, tanto che adesso, per far tornare i conti, la pubblica amministrazione dovrà sborsare oltre 40 milioni di euro, di cui 23 a fondo perduto da parte della Regione Toscana. E quando diciamo perduto, intendiamo proprio che questi soldi andranno completamente persi: servono al “riequilibrio economico del project”. Fuori dal politichese: gli accordi prevedevano più soldi per chi ha realizzato il nuovo ospedale e ora da qualche parte vanno trovati.

Abbiamo chiesto spiegazioni all’assessore Marroni (leggi l’interrogazione presentata da Gabriele Chiurli), uomo fidato di Rossi a capo della sanità toscana da circa metà legislatura (cioè da quando Daniela Scaramuccia, assessore inizialmente designato, si arrese di fronte a vicende come quelle del buco dell’Asl 10 di Massa).

La risposta dell’assessore Marroni è stata grossomodo questa: è colpa della recessione se non siamo riusciti a vendere il complesso dell’ex Ospedale di Prato. Ed è sempre colpa della crisi del settore immobiliare se la struttura si è svalutata così tanto. Insomma: nel 2005 un complesso immobiliare viene valutato 43 milioni di euro sul mercato, oggi si stima di poterne ricavare al massimo 8 dalla vendita di una sola parte.

Qualcosa non va.

In ogni caso dalla risposta fornita da Marroni è impossibile capire QUANTO SI SPENDERA’ IN TOTALE. Intanto la Regione ci butta 23 milioni, il Comune altri 12, la Provincia di Prato 5 milioni, per un totale di 40 milioni di euro di soldi pubblici.

Ma non bastano, perché ne serviranno altri per demolire e riqualificare l’area e ancora NON SONO QUANTIFICABILI questi costi. Con tutta probabilità stiamo parlando di altri milioni di euro che arriveranno in buona parte dalle casse regionali.

E qui arriva la presa di giro più grande di tutte: Marroni conclude dicendo che “gli accordi del 2005 sono stati rivisti per corrispondere all’interesse di tutti i cittadini toscani”. Di tutti i cittadini toscani?!

Ci restano in canna alcune domande da fare all’assessore e al suo predecessore che oggi guida la Regione Toscana, Enrico Rossi:

  • Com’è possibile che nel 2005 nessuno avesse visto arrivare la crisi che poi è scoppiata nel 2008 (si era appena aperta la bolla dei subprime e ancora non ci eravamo ripresi…)?
  • Com’è possibile che abbiamo firmato accordi capestro che ci impiccano oggi a rifinanziare il progetto (quello dei 4 nuovi ospedali toscani) con sonanti milioni di euro?
  • E com’è possibile dichiarare che tutto ciò si fa nell’interesse dei cittadini toscani? Ricordiamoci che è in corso una riforma della sanità toscana che dovrebbe tagliare 300 milioni di spese. I servizi subiscono tagli quotidiani da qualche anno a questa parte. Ma nell’interesse di tutti gettiamo decine di milioni così.

E la risposta è semplicemente: SCUSATE, AVEVAMO SBAGLIATO A FARE I CONTI.

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