Banche, servizi segreti: soci opachi e attacco di gruppi stranieri al nostro patrimonio industriale e tecnologico

servizi2 marzo – L’analisi del Dis  segnala i pericoli che incombono sulla nostra società. Si va dagli effetti devastanti indotti dalla crisi economica alla descrizione fenomenologica dei movimenti antagonisti, dai “cybercrimes” alla opacità di determinate operazioni bancarie, dalle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo alla esposizione delle nostre truppe all’estero ad una molteplicità di pericoli e di attentati.

Sul piano dei rischi economici e industriali, la Relazione del Dipartimento guidato da Giampiero Massolo si sofferma sulla crisi economica che rafforza progressivamente l’azione di gruppi stranieri che puntano a acquisire “patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali, nonché marchi storici del made in Italy”.

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Gli 007 puntano l’attenzione su alcune manovre di acquisizione soprattutto di piccole e medie imprese effettuate da gruppi stranieri che, se “da una parte fanno registrare vantaggi immediati attraverso l’iniezione di capitali freschi, dall’altra sono apportatrici nel medio periodo di criticità per il rischio di sostituzione, con operatori di riferimento, delle aziende italiane attive nell’indotto industriale interessato dall’investimento diretto, ovvero proprietarie di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza nazionali, come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese”.

Con un linguaggio più criptico, ma non meno inquietante, i servizi segreti si soffermano poi  su alcune banche italiane dove emergono profili di rischio “per le opacità dei capitali apportati, per l’ingresso di nuovi soci dal profilo ambiguo e per la distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali”. Desta anche preoccupazione la nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, “rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all’ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali”. (roma capitale)

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