In Vaticano sindaci e ONU per parlare di clima e immigrazione

La Chiesa cattolica non si occupa piu’ di anime, ma di pseudo-scienza e politica. Il Vaticano è ormai in balia di organizzazioni sovranazionali miliardarie.

 

papa-francesco

In Vaticano si torna a parlare di cambiamenti climatici e di nuove schiavitù strettamente legate al clima. Dopo l’Enciclica verde del Papa (La Banca mondiale loda l’enciclica di Bergoglio), che ancora sta creando dibattito, arriveranno dentro le mura vaticane i sindaci di tutto il mondo per affrontare queste emergenze. I primi cittadini italiani e stranieri si incontreranno il 21 e 22 luglio nell’aula del Sinodo

“E’ la prima volta che vengono invitati in Vaticano i sindaci – ha spiegato monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, nel corso della conferenza stampa con cui è stato presentato l’evento -. C’è stata una grande adesione”.

Fra gli invitati Un genocida in Vaticano (ultimamente ne entrano spesso)

Un malthusiano nominato membro della Pontificia accademia delle scienze

Tra i sindaci che arriveranno in Vaticano ci saranno Piero Fassino, come presidente dell’Anci, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, quello di Roma, Ignazio Marino, di Firenze, Dario Nardella, di Napoli, Luigi De Magistris, di Palerno, Leoluca Orlando e quello di Lampedusa, Giusi Nicolini.

Ci saranno anche governatori e rappresentanti delle Nazioni Unite.”Vorremmo – ha affermato Sorondo – che i sindaci si impegnassero a porre fine agli abusi, allo sfruttamento, alla tratta di persone e a ogni forma di schiavitù moderna all’interno delle loro comunità. Questi drammi, definiti da Papa Benedetto e da Papa Francesco crimini contro l’umanità, includono – ha precisato monsignor Sorondo – anche il lavoro forzato, la prostituzione, il traffico di organi e la servitù domestica.

Vorremmo altresì che i sindaci si impegnassero a sviluppare programmi di reinsediamento e integrazione sociale delle vittime, a livello nazionale e locale, al fine di evitare il loro rimpatrio forzato. In sostanza, vorremmo che le nostre città e insediamenti urbani diventassero sempre piu’ socialmente inclusivi, sicuri, flessibili ed ecologicamente integrati”.

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