Centinaia di manifestanti pro-regime islamista in Siria hanno sfilato a Berlino e Düsseldorf
(https://it.euronews.com) – Nel fine settimana, Berlino e Düsseldorf sono state teatro di manifestazioni radicali filo-islamiste che hanno acceso l’allarme tra autorità, attivisti e comunità religiose. Centinaia di persone, per lo più con background migratorio siriano, hanno sfilato in sostegno del regime islamista che sta guadagnando potere in Siria, scandendo slogan violenti e settari.
A Berlino, davanti al municipio rosso, i manifestanti hanno sventolato bandiere siriane inneggiando alla conquista di Suwaida, regione abitata dalla minoranza drusa, con cori tradotti come inviti all’“omicidio” e allo “stupro”. Non sono mancati attacchi verbali contro cristiani, alawiti e israeliani. L’associazione Democ, presente durante la protesta, ha segnalato la presenza di simboli riconducibili a clan tribali e gruppi militanti attivi nel conflitto siriano.
Gli episodi si collocano nel contesto del recente assalto ad As-Suwaida, dove milizie sunnite e truppe filo-governative hanno colpito duramente la popolazione drusa. I report delle ONG parlano di centinaia di morti, esecuzioni sommarie, stupri e villaggi rasi al suolo.
A Düsseldorf, circa 300 manifestanti hanno esibito grandi manifesti raffiguranti Ahmed al-Sharaa, nome anagrafico dell’ex leader di al-Qaeda e attuale figura di spicco del nuovo “governo di transizione” islamista in Siria. I partecipanti, in video condivisi su TikTok, ballano e celebrano le violenze contro i drusi, usando simboli di umiliazione come le “forbici”, riferite al taglio forzato delle barbe.
Le proteste sono degenerate in scontri alla stazione centrale, con lancio di pietre e bottiglie tra manifestanti filo-siriani e curdi. Cinque agenti sono rimasti feriti. La polizia ha sporto circa 20 denunce penali per gravi reati, tra cui lesioni personali e disordini pubblici.
L’allarme delle autorità e degli esperti
Seyran Ateş, imam della moschea liberale Ibn Rushd-Goethe e storica voce contro l’islamismo radicale, ha denunciato su Euronews la strategia dei gruppi estremisti: “Sono stati mandati in Europa per reclutare, diffondere ideologia e destabilizzare le società liberali”. Ateş, da anni sotto scorta, chiede più supporto politico e mezzi per le forze di sicurezza.
Anche Susanne Schröter, esperta di islamismo, è netta: “Chi inneggia a massacri di minoranze nelle nostre piazze va espulso. Rappresentano una minaccia alla sicurezza interna”. Secondo Schröter, molti di questi manifestanti appartengono a reti che, caduto il regime di Assad, vedono nell’Europa un terreno fertile per rafforzare la propria visione teoc
Il dibattito politico: revoca dei permessi e stretta sulla cittadinanza
Il deputato Cdu di Berlino Christopher Förster ha chiesto l’immediata espulsione dei simpatizzanti dell’islam politico. “Chi manifesta per regimi fondamentalisti non ha nulla a che vedere con i valori tedeschi. Se ora la Siria è ‘sicura’ per loro, allora è lì che devono tornare”.
Anche Mehmet Tanriverdi, vicepresidente della Comunità curda in Germania, invita a distinguere tra rifugiati e simpatizzanti dell’estremismo: “La Germania deve rivedere la propria politica in Siria. Va garantita la protezione alle minoranze perseguitate, non a chi propaga l’odio”.
Gli eventi di Berlino e Düsseldorf sollevano interrogativi profondi su integrazione, libertà di espressione e sicurezza. La sfida per le istituzioni tedesche sarà garantire il diritto a manifestare senza permettere la glorificazione della violenza e la diffusione di ideologie ostili all’ordine democratico. Un equilibrio sempre più difficile da mantenere.ratica. “Lo fanno perché possono, perché lo Stato sembra debole e la società troppo tollerante”, afferma.