La Germania porterà avanti la linea durissima sui migranti, aumentando i controlli alla frontiera, respingendo al confine chiunque venga scoperto a provare a entrare nel Paese e negando il diritto di asilo. Lo ha ribadito chiaramente il cancelliere Friedrich Merz, che nel suo terzo giorno da cancelliere della Germania è andato a Bruxelles a incontrare i vertici dell’Unione europea, tra l’altro nel giorno della Festa dell’Europa.
“Stiamo effettuando controlli più intensivi alle frontiere”, e “continueremo anche a respingere le persone, ma tutto questo è in linea con il diritto europeo”, ha detto dopo l’incontro con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.
La stretta di Berlino
Il ministro degli Interni tedesco Alexander Dobrindt ha emesso mercoledì un ordine per respingere i migranti senza documenti, compresi i richiedenti asilo, alle frontiere del Paese, nel primo giorno di lavoro del nuovo governo di coalizione tra i popolari della Cdu e i socialdemocratici della Spd.
Dobrindt ha annunciato la decisione di revocare un’istruzione del 2015, ai tempi del governo di Angela Merkel, che aveva permesso l’ingresso di cittadini di Paesi terzi privi di documenti, in risposta all’emergenza nata dall’affluenza nel continente di migliaia di rifugiati, la maggior parte dei quali erano in fuga dalla guerra in Siria. Ma ora i tempi sono cambiati e Merz non intende più essere così permissivo.
Prima delle elezioni federali tedesche di febbraio, Merz aveva promesso un giro di vite sull’immigrazione dopo una serie di crimini violenti che hanno coinvolto i migranti e l’aumento del sostegno all’estrema destra. Da allora la sua coalizione ha deciso di respingere i richiedenti asilo alle frontiere, di consentire le deportazioni in Siria e di sospendere i ricongiungimenti familiari.
Il regolamento di Dublino
“Il regolamento di Dublino stabilisce che l’asilo deve essere richiesto nel Paese di primo ingresso”, ha ricordato Merz, parlando dopo aver incontrato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottolineando che il Paese di primo ingresso “in genere è raramente la Germania”, che “tranne che per la Svizzera, e la Svizzera fa parte dell’area Schengen”.
Quindi, ha continuato, “la richiesta di asilo, indipendentemente dal fatto che si parli di diritto d’asilo europeo o tedesco, non dovrebbe essere possibile in una frontiera interna dell’area di Schengen. E il governo precedente stava già attuando queste misure di rimpatrio, anche se sappiamo che questo è possibile solo per un periodo di tempo limitato”.
Al suo fianco von der Leyen si è mostrata molto permissiva rispetto alla linea dura tedesca, ricordando che “gli Stati membri possono introdurre controlli alle frontiere interne”, anche se ha sottolineato che questi controlli “devono essere limitati nel tempo”, e deve anche esserci “una stretta coordinazione con i Paesi limitrofi”. “E la Germania mi pare stia facendo entrambe le cose”, ha concesso.
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