Migranti, Cavo Dragone: “blocco navale non è nel Dna del nostro Paese”

ammiraglio Cavo Dragone

“Le attuali misure in corso e le misure messe in atto nel breve e medio termine dal governo daranno frutti. Ci sono in atto politiche che dovrebbero ridurre il fenomeno”, ha affermato il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, designato quale 34esimo presidente del Comitato militare della Nato dal gennaio 2025, alla riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medioriente dell’Assemblea parlamentare Nato.

“Premesso che la Marina nel suo dna salva chiunque stia annegando, io personalmente credo esistano due tipi di fenomeni: ci sono rifugiati che hanno il diritto di lasciare le terre da cui provengono e immigrati – ricorda – Noi italiani abbiamo scritto la storia con l’immigrazione, ma i nostri migranti avevano il visto. Non credo che la nostra immigrazione non debba essere controllata”.

Il blocco navale è parte di un’azione di guerra nei confronti di una nazione contro cui c’è uno stato di guerra. Mi pare eccessivo parlarne, non è nel dna del nostro Paese ed elementi per risolvere il problema sono ben altri”, ha poi affermato rispondendo a una domanda sull’immigrazione.

Cavo Dragone ha anche sottolineato, parlando a titolo personale, che “quando ci fu il picco dell’immigrazione in Italia, l’Italia è stata lasciata sola” ma “ora l’aria è cambiata”.  ADNKRONOS

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