(di Stefano Baudino â lindipendente.online) – Il ministero degli esteri inglese ha appena declassificato una serie di documenti scottanti rimasti fino ad oggi riservati. Si tratta di carte dalla portata esplosiva riguardanti il possibile ruolo giocato dallâorganizzazione paramilitare Gladio negli anni del terrorismo in Italia, il supporto operativo che essa avrebbe ottenuto dagli 007 anglosassoni e le implicazioni legate ai presunti condizionamenti dellâintelligence dietro alla morte di Aldo Moro. Sullo sfondo, si stagliano le ombre sulla P2 di Licio Gelli, loggia massonica che avrebbe partecipato in prima linea alla âstrategia della tensioneâ. Il quadro, anche alla luce delle recenti sentenze che hanno appurato il ruolo operativo di massoneria deviata e servizi segreti negli attentati che hanno insanguinato lâItalia negli âanni di piomboâ, prende sempre piĂš forma. I documenti confermano anche un altro fatto, scrivendo che ânon è un segretoâ che il governo USA âun occasionale sostegno alla P2 e, in alcuni casi, anche ad atti di terrorismo in Italiaâ.
La strategia della tensione
Per âStrategia della tensioneâ si intende lâinsieme delle operazioni eversive cui avrebbero partecipato gli apparati di sicurezza italiani sotto lâinfluenza della CIA, attraverso il ruolo attivo di logge massoniche, gruppi neofascisti organizzati per la lotta armata e organizzazioni paramilitari clandestine. Tra queste, spiccherebbe Gladio, struttura segreta dotata di compiti di âstay behindâ, la cui missione apparente era quella di respingere lâArmata Rossa in caso di invasione sovietica. Lo stesso Giovanni Falcone, poco prima di morire â come dimostra il contenuto dei diari sopravvissuti allâopera di manomissione dei suoi appunti, avvenuta poco dopo la strage di Capaci â aveva posto la sua lente dâingrandimento su Gladio, manifestando lâintenzione di indagare sul presunto ruolo che avrebbe avuto dietro ad alcuni omicidi eccellenti. Lâobiettivo della strategia della tensione è riassumibile in uno slogan: âdestabilizzare per stabilizzareâ, ovvero contribuire a produrre tensioni sociali tramite attacchi terroristici per instillare paura e senso insicurezza nei cittadini, al fine di âsgonfiareâ il consenso politico delle sinistre e le ambizioni governative del Pci, aprendo la strada ad un governo autoritario.
Le ombre su Gladio
Proprio su Gladio si sofferma uno dei documenti desecretati, che riguarda un aide-mĂŠmoire redatto da Francesco Fulci, rappresentante permanente dellâItalia allâONU, condiviso in una riunione âsuper-ristrettaâ del 6 novembre 1990 del Consiglio Nord Atlantico, principale entitĂ decisionale politica della NATO, e poi trasmesso ad alti funzionari inglesi in patria e allâestero. Lâesistenza di Gladio era stata riconosciuta davanti al Parlamento solo due settimane prima, il 24 ottobre 1990, dal Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti, che aveva parlato di una ÂŤstruttura di informazione, risposta e salvaguardiaÂť. Sulla base di una nota fornita dallo stesso Andreotti al âcapo della Commissione parlamentare italiana che indaga sugli atti terroristiciâ, lâaide-mĂŠmoire evidenzia che, dopo la seconda guerra mondiale, i servizi segreti occidentali idearono âmezzi di difesa non convenzionali, creando nei loro territori una rete nascosta di resistenza volta ad operare, in caso di occupazione nemica, attraverso la raccolta di informazioni, il sabotaggio, la propaganda e la guerrigliaâ, iniziando a concepire lâorganizzazione nel 1951.
Aide-mĂŠmoire di Francesco Fulci, rappresentante permanente dellâItalia allâONU, condiviso in una riunione âsuper-ristrettaâ del Consiglio Nord Atlantico il 6 novembre 1990
Le condizioni per lâoperazione, denominata in codice âGladioâ, furono stabilite sulla base di un âaccordoâ raggiunto âil 26 novembre 1955â tra âil Sifar (Servizio Informazioni Militare Italiano) e un corrispondente Servizio alleatoâ concernente âlâorganizzazione e le attivitĂ di una ârete clandestina post-occupazioneâ, comunemente nota come âstay behindâ. Nel documento si legge che Gladio âera formata da agenti attivi nel territorio che, in virtĂš della loro etĂ , sesso e attivitĂ â, potevano âragionevolmente evitare lâeventuale deportazione e carcerazione da parte degli occupanti stranieri; facile da gestire anche da una struttura di comando al di fuori del territorio occupato; a livello top secret e quindi suddivisa in âcelluleâ cosĂŹ da ridurre al minimo eventuali danni causati da defezioni, incidenti o penetrazioni nella reteâ. Le varie diramazioni dellâorganizzazione coprivano operazioni di âinformazione, sabotaggio, propaganda, comunicazioni radio, cifratura, ricezione ed evacuazione di persone ed equipaggiamentiâ. Tali strutture dovevano âoperare in modo autonomo, con collegamenti e coordinamento assicurati da una base esternaâ.
I âmateriali operativiâ utilizzati avrebbero compreso âarmamenti portatili, munizioni, esplosivi, bombe a mano, pugnali, coltelli, mortai da 60 mm, pistole da 57 mm, fucili ottici, trasmettitoriâ ed erano nascosti in 139 depositi sotterranei segreti in tutto il Paese. âPer migliorare la sicurezzaâ, si legge nella memoria, nellâaprile del 1972 questi arsenali âfurono riesumati e trasferiti negli uffici dei Carabinieri vicino ai siti originaliâ. Interrogato dai partecipanti al vertice del Consiglio Nord Atlantico, che domandarono âse Gladio avesse deviato dai suoi obiettiviâ di âstay behindâ, pur ânon potendo aggiungere nulla a quanto contenuto nellâaide-mĂŠmoireâ, Fulci confermò che âle armi utilizzate in alcuni episodi terroristici provenivano da depositi predisposti da Gladioâ.
Il rapimento Moro
Nonostante la pervasiva campagna anticomunista promossa da attori ufficiali e da altre entitĂ âsommerseâ, negli anni Sessanta il Pci è in grande crescita. Alle elezioni del 1963 supera per la prima volta il 25%, nel 1968 tocca il 30% per poi ottenere, nel 1976, addirittura il 34,4%. Sono gli anni in cui si pongono le basi del compromesso storico, operazione politica che vide come grandi protagonisti il leader Pci Enrico Belringuer e il segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro (volto piĂš importante della fazione di centro-sinistra del parito) che si concretizzò, di fatto, nellâappoggio esterno garantito dai comunisti al governo monocolore Dc di SolidarietĂ Nazionale formato nel 1976 e guidato da Giulio Andreotti. Poi, il 16 marzo 1978, tutto si arenò in occasione del rapimento di Aldo Moro e dellâuccisione di cinque delle sue guardie del corpo. Lo stesso Moro sarebbe stato giustiziato dai brigatisti nemmeno due mesi dopo. Alle elezioni del 1979, le prime dopo il caso Moro, il Pci perderĂ molti punti.
Una nota declassificata del 5 novembre 1990 del Foreign Office, redatta dallâallora ambasciatore britannico a Roma, John Ashton, si offre un ampio spaccato sulla questione. âCi sono prove circostanziali che uno o piĂš rapitori di Moro erano segretamente in contatto con gli apparati di sicurezza allâepoca; e che questi ultimi hanno deliberatamente trascurato di seguire le piste che avrebbero potuto condurre ai rapitori e salvare la vita di Moroâ, dichiarava Ashton, che sottolineava al contempo come âla maggioranza del comitato di crisi dellâallora ministro dellâInterno Francesco Cossiga era iscritto â a quanto pare a sua insaputa â alla P2â, loggia massonica inquadrata come una delle tante âmisteriose forze di destraâ che si sforzavano âcon il terrorismo e la violenza di strada di provocare un contraccolpo repressivo contro le istituzioni democratiche italianeâ nellâambito della strategia della tensione.

âLa teoria del complotto â scrive ancora Ashton â vuole che le Forze di sicurezza abbiano orchestrato lâuccisione di Moro, o almeno vi abbiano acconsentito; e che a loro volta abbiano agito per i loro padroni politici, e forse anche per la CIAâ. Quale che sia la veritĂ , lâambasciatore mette in luce come Moro avesse âconvintoâ i comunisti che il loro appoggio esterno al governo Andreotti âsarebbe stato lâultimo passo prima del loro ingresso al governoâ: ciò sarebbe stato âun anatema per la P2, che allora controllava virtualmente lâapparato di sicurezza, per molti politici dellâestablishment non appartenenti alla P2 e anche per gli Stati Unitiâ.
Chiudendo la nota, Ashton osserva che âla veritĂ sul coinvolgimento di Washington negli âanni di piomboââ in Italia âprobabilmente non sarĂ mai conosciutaâ, sebbene non sia un segreto âche gli Stati Uniti abbiano fornito per molti anni un sostegno occulto agli oppositori italiani del comunismo, ad esempio finanziando segretamente la Democrazia Cristianaâ e offrendo âun occasionale sostegno alla P2 e, in alcuni casi, anche ad atti di terrorismo in Italiaâ.

