Novi Ligure, dimessa dall’ospedale muore poche ore dopo

letto ospedale

L’azienda sanitaria di Alessandria, Asl Al, ha avviato un’indagine interna per appurare i fatti e verificare eventuali responsabilità sul decesso di una paziente, dimessa dall’ospedale di Novi Ligure. L’accesso il 26 dicembre per sintomi da enfisema; poche ore dopo aver lasciato il presidio, è morta.
Il servizio al Pronto soccorso del San Giacomo sarebbe appaltato a una cooperativa che – in corso accertamenti – avrebbe utilizzato per l’emergenza un medico senza la necessaria specializzazione. Come anticipato dal quotidiano ‘La Verità’, nei guai sarebbe finita una 37enne gettonista, esperta in medicina estetica, ingaggiata in Calabria per un turno a Novi.

Nel foglio di uscita della 66enne – di Genova, in vacanza a Gavi (Val Lemme) – avrebbe consigliato una visita pneumologica di controllo, rimandando gli accertamenti al medico curante e consigliando aerosol una volta al giorno. La professionista parlerebbe di complicanze che possono succedere, dicendo che la signora avrebbe insistito per andarsene: in presenza di parametri fuori posto, sarebbe di certo stata trattenuta.

Il parlamentare Federico Fornaro (Articolo 1), presidente gruppo Pd Italia Democratica e Progressista, ha scritto al ministro della Salute Orazio Schillaci, richiedendo l’invio di ispettori in merito alla gestione dei Pronto soccorso da parte delle cooperative vincitrici di appalto, dopo il decesso di una paziente dimessa da poco.

“Di fronte a fatti di questo genere – afferma – sollecito l’avvio di un’ispezione urgente all’Azienda sanitaria locale di Alessandria, da cui dipende il Ps di Novi Ligure, per fare piena luce sull’attività delle cooperative vincitrici di appalto, con particolare riferimento alle attività in diversi ospedali. La cooperativa di Vercelli in questione – precisa Fornaro – non sarebbe nuova a situazioni del genere: nell’ottobre scorso avrebbe prestato servizio un medico sospeso dall’esercizio della professione dall’Ordine di Genova”.

La Cooperativa Amaltea, con la presidente Patrizia Piantavigna, fa sapere di non essere parte coinvolta nella vicenda giudiziaria. Sempre la Cooperativa precisa di non aver ricevuto nessuna informazione di garanzia da parte della Procura di Alessandria, ne’ alcuna contestazione dall’Asl. “Riteniamo di dover cautelativamente sospendere la collaborazione con la dottoressa – rimarca la presidente Piantavigna – in attesa di un chiarimento della vicenda, ritenendo tuttavia che allo stato confidiamo nel buon operato della giustizia perche’ possa accertare eventuali responsabilita’ . Ci mettiamo a disposizione dell’autorita’ preposta per tutti i chiarimenti necessari per l’accertamento dei fatti. Fino a prova contraria riteniamo che il medico si sia comportato diligentemente, ma ribadiamo che la Cooperativa ha nella propria compagine medici abilitati e professionalmente preparati per lo svolgimento delle proprie mansioni”.  ANSA

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