Qatargate, 50mila euro per ogni emendamento anti-Marocco bloccato

sistema Panzeri

Qatar-gate, imbarazzo in Ue per la visita di Borrell in Marocco. Emergono nuovi dettagli sul Qatar-gate, lo scandalo che ha travolto il Parlamento europeo. L’allargamento a macchia d’olio della vicenda non fa che rendere più evidenti l’inefficienza dei sistemi di controllo interno: a partire dalla libertà di movimento che veniva garantita ad Antonio Panzeri nei corridoi e nelle iniziative del Parlamento nonostante non coprisse più alcuna carica e la sua ong non risultasse nel Registro della trasparenza. Secondo un articolo del quotidiano fiammingo De Standaard, – riporta il Giornale – documenti trapelati nella versione marocchina del caso Wikileaks dimostrano che già nel 2014, quando era ancora deputato, Panzeri era considerato da Rabat “un alleato per combattere il crescente attivismo dei nostri nemici in Europa“.


Per ogni emendamento anti-Marocco bloccato, secondo De Standaard – prosegue Il Giornale – la cricca di Panzeri riceveva 50mila euro. E gli emendamenti bloccati sono stati 147.


La parola d’ordine adesso sembra: minimizzare. “Non ci sono prove”, dice il portavoce del Parlamento europeo per spiegare perché l’Alto rappresentante per la politica estera Joseph Borrell (ovvero il ministro degli esteri della Ue) andrà tranquillamente in visita oggi e domani in Marocco. Cioè in uno dei paesi che hanno foraggiato per anni l’attività di lobby occulta di Fight Impunity, la ong dell’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, in carcere dall’8 dicembre. Le cifre, dunque, iniziano a salire. E rendono meno inverosimile la cifra impressionante cui starebbe dando la caccia la giustizia greca: i venti milioni di euro riconducibili a Eva Kaili, la ex vicepresidente socialista dell’Europarlamento. (affaritaliani.it)

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