Covid, prof Palù: sparite sequenze virus del pipistrello che si coltivavano a Wuhan

di Antonio Amorosi – – Abbiamo trasformato il Covid in uno spettacolo invece di tracciare davvero il virus. Ascoltate il professor Giorgio Palù, virologo dal cv internazionale…
Presidente uscente della società europea e italiana di Virologia, 600 pubblicazioni all’attivo, il professor Giorgio Palù è uno dei massimi virologi italiani in circolazione.i dice che non bisogna seguire gli asintomatici…

Professor Palù, lei è uno dei massimi virologi in circolazione, quale evoluzione reale sta avendo il coronavirus?

“Posso dirle che non faccio il divinatore né mi azzardo in previsioni. Questo è il primo coronavirus endemico. Non sappiamo la sua origine. Di sicuro dobbiamo abbassare la curva d’incidenza. Anche se è vero che abbiamo solo lo 0,6% delle rianimazioni di casi positivi e la maggior parte dei positivi è asintomatica, più aumenta l’incidenza più c’è il rischio che la gente stia male. Bisogna evitare gli assembramenti. Tassativamente”.

Ho il suo stesso sconcerto ma sui pericoli le tv stanno dicendo cose diverse, lei che dice?

“Nella comunicazione mediatica sembra che questo sia un virus causato da Trump perché ha sottovalutato le cose. Nell’informazione c’è una distorsione tale che sta creando solo confusione nella gente. Ma la scienza ci dice cose diverse. Intanto nel politicamente corretto non si può dire che questo è un virus cinese. Perché non lo si dice?”.

Noi lo scriviamo continuamente. Anche lei vede troppe anomalie!?

“100.000 genomi sequenziati ci fanno capire esattamente da quando il virus è passato da uomo a uomo. Lo sappiamo esattamente. E’ inconfutabile: il coronavirus circola almeno da settembre 2019. E i cinesi sono stati zitti 4 mesi. Ed erano stati zitti, e lo sappiamo bene, perché oramai è storia, 6 mesi nel 2002 quando era scoppiata la SARS”.

Mi conferma che l’informazione dovrebbe fare domande che non fa…

“Bisognerebbe che chiedessimo perché l’Oms ha detto che i cinesi sono stati bravi? Perché hanno mandato delle commissioni? Quando viene chiesto di avere il virus iniziale il virus non c’è più. Perché sono sparite le sequenze del virus del pipistrello che si coltivavano a Wuhan? Dovremmo anche chiederci perché in Cina il virus è sparito? È vero che hanno applicato anche la pena di morte. Ma sono queste le questioni che dovremmo porci, al di là del fatto… se il virus sia naturale o artificiale. Perché cambia poco per la cura e per la prevenzione. Ma questo ci permette di capire se altri eventi del genere possono succedere, in che modo e come”.

Ci faccia degli esempi!

“Col virus dobbiamo conviverci ma farci lo stesso delle domande. Domande che i media non si fanno e non fanno invitando invece le attricette in tv. Dal 1918 la ‘Spagnola’, l’H1N1, era poi sparita, nel 1957, quando era comparso il virus dell’‘Asiatica’, l’H2N2, a sua volta sparito e non più comparso nel 1968 quando è scoppiata l’Hong Kong che era l’H3N2. Quindi oggi circolano ancora l’H3N2 e l’H1N1, che era scomparso nel 1957 ma che è ricomparso nel 1977 in Unione Sovietica, fuggito da un laboratorio per la guerra biologica. Su questo ultimo, negli anni ’90, una commissione ha stabilito che è uscito da un laboratorio dell’ex Unione Sovietica. E chiaro cosa voglio dire?

Chiarissimo… i laboratori non sono nuovi a queste fughe…

“L’attuale virus ha trovato un suo serbatoio naturale nella specie umana. Che abbia fatto il salto di specie? Assomiglia molto al virus del pipistrello, però sappiamo anche che quel virus del pipistrello, con buona approssimazione era artificiale. E questo coronavirus ora non infetta più nessun pipistrello. Se ha fatto il salto doveva essere saltato in un ospite intermedio che non abbiamo mai trovato”.

E il famoso pangolino?

“Il pangolino che doveva essere l’ospite intermedio non lo è. E anche il virus del pangolino è un virus artificiale. Tutti i coronavirus che si sono trovati nel pangolino non somigliano neanche lontanamente a questo virus qua. Sappiamo che questo virus somiglia a quella della Sars all’80%, al 96% al virus che c’era nel pipistrello che però nessun pipistrello naturale ha mai ospitato, almeno dalle sequenze che sappiamo”.

Tutti virus artificiali…

“Questi virus ogni stagione ce li ritroviamo, naturali o artificiali che siano. E comunque per alterare un virus basta veramente poco. Basta coltivarlo tante volte in cellule umane ed ecco che anche un virus del pipistrello può diventare umano”.

Che previsioni si possono fare?

“Posso desumere per analogia, visto quello che avviene per altri virus che hanno la stessa diffusione, cioè respiratoria, che il virus resta, non sparisce. Tende a permanere cercando di fare quello che fanno tutti i virus non letali: convivere con l’uomo e non uccidere l’ospite. Perché un virus diversamente da un batterio, da un parassita, da un fungo, è un parassita obbligato, cioè non cresce nel suolo, nell’acqua ma ha bisogno delle nostre cellule. Una volta che ci ammazza è morto anche lui. Invece Ebola, prima delle cure e prima del vaccino aveva una letalità del 95%; compariva un anno e poi spariva. A questo virus non interessa uccidere l’ospite ma ci vuole convivere. Non infetta più il pipistrello. Se devo azzardarmi posso dire che questo virus rimarrà con noi in forma meno violenta. Non credo si estingua come la Sars e la Mers”.

Quindi mi sta dicendo, naturale o artificiale che sia il virus, se avessimo un sistema per ridurre la concentrazione di gente e immagino un sistema sanitario organizzato in un altro modo avremmo una situazione più che gestibile!?

“Non solo gestibile anche molto meno aggressiva di altre malattie infettive. Come incidenza è molto meno letale degli incidenti stradali, delle polveri sottili che respiriamo. Dovremmo obbligare il sistema sanitario nazionale a fare valutazioni sul rapporto costi-benefici e chiedere: che risorse posso dedicare ad una malattia che ha questa mortalità? Rispetto al cancro, alle malattie cardiovascolari, all’Alzheimer, alle malattie degenerative, alle malattie diabetiche e del sistema metabolico?”

Quindi sbagliamo nella gestione della crisi?

“Sappiamo che per infettare ci vogliono dai 100.000 a 1 milione di genomi equivalenti. Vuol dire concentrazioni di acido nucleico tali da essere presenti in almeno 1 milione di particelle virali. Non sappiamo neanche se quell’RNA è in una particella virale! Gli asintomatici non sono malati. Questa spettacolarizzazione, questa infodemia che si è sviluppata è grave… Anche il mondo è come impazzito ma in nessun posto è stata gestita come in Italia.”

Avrà seguito la diatriba tra gli scienziati del ‘Great Barrington’e quelli de ‘Il memorandum di John Snow’. I primi parlano di gestire il Covid con l’immunità di gregge, i secondi con i lockdown generalizzati e per zone. Quale strada seguire?

“L’immunità di gregge si ottiene con il vaccino. Con il nostro virus ci vuole che sia vaccinata almeno il 70% della popolazione o la si può ottenere per via naturale, se l’infezione incontra la stessa percentuale di persone. La stessa cosa che diceva all’inizio Boris Johnson male interpretando sir Chris Whitty, virologo di riferimento del governo per la lotta al Covid-19. Se c’è il vaccino o i vaccini potremmo puntare all’immunità di gregge ma non è ancor il caso di parlarne. In alcune zone della bergamasca è circolato sì nel 35% della popolazione. Gli studi più accreditati in Italia dicono ad esempio che in Veneto è circolato pochissimo, nell’1,5% della popolazione. E siamo arrivati al 6-7% della popolazione solo per gli esposti nelle case di ricovero. In Lombardia è circolato al 10%. Quindi è circolato relativamente poco”.

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