Di Antonio Amorosi – – Comodo fare lâambientalista alla Greta Thunberg in Svezia ma è facile farlo in Val dâEnza? Nella terra diventata delle fake news, come ha scritto certa stampa illuminata di sinistra.Ricordate la Val d’Enza? Quel posto tranquillo nel reggiano che si è fatto conoscere per gli orrori dei bambini di Bibbiano? Quei bambini sottratti alle famiglie con manipolazioni e violenze psicologiche che in molti casi diventavano poi vittime di violenze vere una volta dati in affido. Vicende che certa stampa di sinistra ha presto bollato come fake news. Prima di quegli eventi quasi nessuno in Italia aveva mai sentito parlare di questo territorio.
In Val dâEnza, a inizio agosto, lâauto di una ecologista che segnalava alle autoritĂ comportamenti contrari alla legge è stata incendiata. Una volta denunciato il fatto, la donna si è sentita rispondere che forse la sua auto è andata in autocombustione spontanea. Il mezzo, una Fiat Panda, era parcheggiata di fianco a casa della donna che abita nella frazione di TrinitĂ , al confine tra Casina e Canossa. Quindi lâauto era spenta eppure è andata a fuoco lo stesso. Viste le fiamme un vicino di casa ha provato a sedare lâincendio con una pompa dellâacqua, prima dellâarrivo dei locali vigili del fuoco.
Sul posto è arrivata anche una pattuglia dei carabinieri che ha raccolto la denuncia. Ma secondo i vigili del fuoco, riporta la stampa locale, lâincendio potrebbe anche trattarsi di un fatto accidentale, provocato da un cortocircuito. UnâeventualitĂ che può capitare anche a motore spento.
Lâipotesi non ha del tutto convinto il presidente di Legambiente della zona, Dino Vecchi che ha reagito cosĂŹ: âSono furibondo perchĂŠ si tratta di fatti inqualificabili. Ă l’auto di una nostra attivista a cui ignoti hanno dato fuoco. Michela (il nome della donna, ndr) da anni segnala alle autoritĂ di polizia, tramite Legambiente Val d’Enza, comportamenti contrari alla legge da parte di cacciatori e allevatori. CosĂŹ qualcuno ha pensato bene di fargliela pagare. Purtroppo in mezzo a tanti ci sono frange estremiste che pensano che chi chiede il rispetto delle regole vada punitoâ.
Potrebbe essere tutta colpa della biochimica della Val dâEnza che crea un microclima particolare che favorisce i cortocircuiti naturali che si originano una volta smossa lâenergia elettrostatica residua nellâaria speciale della Val dâEnza!
Fin qui però è un fatto di cronaca di una Forrest Gump locale.
Il problema è che lâinformazione è sempre meno interessata al territorio. A quel punto è facile trasformarsi in Forrest Gump. E la gente conosce sempre meno dove vive. Come i genitori di Bibbiano che si sentivano protetti dalle istituzioni, per poi trovarsi con gli assistenti locali che senza motivo gli sottraevano i figli. O come gli emiliani che dopo 40 anni di incessante penetrazione della criminalitĂ organizzata scoprono solo con il processo Aemilia che sono infognati fino al collo. Per forza! Si sono sentiti ripetere per decenni che lâEmilia era il paradiso della legalitĂ e chi parlava di penetrazione veniva bollato come produttore di bufale!
SarĂ un fatto di microclima, non câè altra spiegazione.
In queste condizioni climatiche della Val dâEnza a metĂ giugno è stato arrestato lâimprenditore calabrese Domenico Cristello, di 61 anni. Eâ coinvolto nellâinchiesta della Dda di Milano che ha disarticolato il radicamento al Nord del clan ândranghetista Cristello di Vibo Valentia, con 22 misure cautelari per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, nonchĂŠ porto abusivo di armi e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il clan, attivo in Brianza, è in via di espansione in Germania, Spagna e Svizzera. Domenico Cristello, molto conosciuto in Val dâEnza, riportano i giornali locali, è incensurato e si professa innocente: lâunica sua colpa sarebbe il cognome ingombrante che lo associa al clan. Ma per gli inquirenti è un esponente dellâorganizzazione. A prova della loro tesi accludono le intercettazioni delle telefonate col cugino, Umberto Cristello (in manette perchĂŠ al vertice del racket dei buttafuori delle discoteche e nel controllo dei chioschi panini e fast food in Brianza) che gli ha dato lâarma. Domenico Cristello è stato trovato con un revolver 28 special e 49 proiettili, arma arrivata con altre 49 nella zona di Seregno attraverso la rete della ândrangheta. Cosa ci faccia lâimprenditore calabrese in Val dâEnza con unâarma irregolare è un mistero.Â
Prima della storia dei minori di Bibbiano non si era mai sentito parlare sulla stampa nazionale di Val dâEnza. Ora per certi media di sinistra è la terra di una fake news.
Anche chi scrive ha posto per la prima volta lâattenzione sulla Val dâEnza quando durante il processo Aemilia il pentito Antonio Valerio raccontò un aneddoto per stigmatizzare i meccanismi di penetrazione in zona della criminalitĂ organizzata. Unâaltra storia stigmatizzata come fake news.
Valerio si autoaccusava di un tentato omicidio avvenuto nel 1989 a Montecchio Emilia, proprio in Val dâEnza. Con lui câera, a detta di Valerio, Paolo Bellini, esponente dellâestrema destra: âSparai a Nino DâAngelo, un siciliano che dava fastidio in Val dâEnza, dove trafficavo droga. Stavo per dargli il colpo di grazia ma poi Bellini mi disse che dovevamo andare via subito. Per quel fatto non fummo mai indagatiâ.
Eâ facile ritrovarsi improvvisamente Forrest Gump e vedere la propria auto spenta bruciare per autocombustione quando per anni hai pensato di vivere in un luogo che non esiste.
Per forza, in Val dâEnza câè un microclima particolare!
SarĂ tutta colpa dellâenergia elettrostatica?