Mentre in Italia si va formando un molto cauto ottimismo nellâosservare che per il quarto giorno consecutivo i contagi sono in diminuzione, la pandemia del corona virus in tutto il mondo assume un aspetto catastrofico.
Il diritto alla salute viene prima di tutto
In realtà siamo difronte a una guerra contro un nemico invisibile e, come avviene nelle guerre, il diritto fondamentale da far valere, sia come singolo, sia come Popolo, è quello della tutela della vita, alla quale si lega inestricabilmente il diritto alla sopravvivenza economica, come fatto presente da Mario Draghi, il quale ha invitato tutti gli Stati al massimo indebitamento.
Ă assurdo che alcune persone pongano un problema di compatibilitĂ tra le azioni necessarie per debellare il virus e i diritti fondamentali dellâuomo.
Al riguardo precisiamo che la giurisprudenza della nostra Corte costituzionale ha piĂš volte considerato il bene della vita come bene supremo (*).
Il che significa che nel bilanciamento tra tutela della vita e della salute e gli altri diritti individuali, il primo deve assolutamente prevalere sugli altri.
Intanto in EuropaâŚ
Quanto allâEuropa, è davvero spaventoso che in unâoccasione come questa si sia verificata una spaccatura tra Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Grecia e Irlanda da una parte e Germania, Olanda, Finlandia e Austria dallâaltra, sostenendo i primi la inderogabile necessitĂ di prestiti senza vincoli (Mes e EuroBond) e rispondendosi invece dallâaltra parte che non è possibile dare prestiti senza garanzie adeguate, arrivando a dire, e questo è davvero ridicolo, che altrimenti si fomenterebbero le spinte sovraniste dei paesi piĂš deboli (non è chi non veda che il sovranismo avanzerebbe proprio in condizioni di maggiore necessitĂ ).
Sospendere i trattatiâŚ
Riteniamo opportuno porre in evidenza che i trattati europei pongono tutti in primo piano il principio di solidarietĂ , legato a quello del mantenimento della paritĂ delle condizioni economiche tra gli Stati membri, mentre dâaltro canto lâItalia ha firmato questi trattati, consentendo limitazioni di sovranitĂ proprio in condizioni di paritĂ con gli altri Stati necessarie ad uno ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni (art. 11 Cost.).
In aperta violazione degli stessi trattati e del suddetto articolo 11, in questo gravissimo momento Germania, Austria e i paesi del nord Europa stanno impedendo, in una situazione drammatica, la realizzazione degli scopi fondamentali dei trattati euroepi.
A questo punto si verifica una delle condizioni previste dalla convenzione di Vienna sui trattati in ordine al problema per lâestinzione o la sospensione dei trattati stessi.
Tale convenzione infatti considera causa di estinzione e di sospensione di un trattato lâinadempimento dellâobbligo di realizzare lo scopo di realizzare lo scopo dei trattatiâ.
A tutto questo deve aggiungersi che Germania, Austria e i paesi del nord Europa debbono tener presente che, come ancora ribadito dalla convenzione di Vienna, costituisce âcausa di sospensione o estinzione anche il mutamento radicale delle circostanze che hanno portato alla sottoscrizione del trattatoâ, le quali sono praticamente mutate a seguito dellâespansione dellâinfezione del corona virus.
Emettere moneta propria si puòâŚ
Alla luce di quanto detto è da considerare inoltre che articolo 128 del trattato di Lisbona e dello statuto della BCE, consentono allo Stato italiano di emettere biglietti di Stato, e cioè una vera e propria moneta, legittimata a essere usata nellâambito nazionale per far fronte alle esigenze della lotta contro il corona virus e per assicurare la tenuta e lo sviluppo della nostra economia.
Infatti lâarticolo 128 del trattato di Lisbona riserva il diritto esclusivo della Banca centrale europea di emettere o autorizzare lâemissione di banconote in euro, lasciando implicitamente intatto il potere del ministero del Tesoro di emettere biglietti di Stato.
Questa distinzione tra banconote, cioè denaro emesso dalle banche e biglietto di Stato e cioè moneta di Stato emessa dagli Stati membri è ribadito nellâarticolo 16 dello statuto della BCE intitolato con la parola banconote, il quale afferma che il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di âautorizzare lâemissione di banconote allâinterno della comunitĂ â precisando che âla BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconoteâ le quali âcostituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella comunitĂ â.
In sostanza lâeuro è formato soltanto da biglietti di banca (le banconote) e nulla ci dice a proposito dei biglietti di Stato, il cui diritto di emissione è sempre stato degli Stati stessi e nessuna norma di diritto europeo lâha vietato.
Riteniamo che in casi di necessitĂ , come lâattuale, mentre per un verso devono ritenersi sospesi tutti i vincoli posti dai trattati, per altro verso lo Stato italiano, nel vuoto degli interventi europei, dovrebbe esaminare la possibilitĂ di emettere moneta di Stato per fronteggiare il virus e per assicurare la tenuta e lo sviluppo dellâeconomia italiana nellâambito del proprio mercato interno.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dellâassociazione âAttuare la Costituzioneâ