Editoria, altro schiaffo del Pd al M5s: tagli slittano di due anni. E Crimi tace

Raddoppia da 12 a 24 mesi lo slittamento dei tagli ai contributi diretti all’editoria disposti dall’ex sottosegretario all’Editoria Vito Crimi (M5S). Come scrive Prima Comunicazione, è quanto prevede un emendamento depositato al decreto milleproroghe all’esame della Camera a firma del relatore, Fabio Melilli del Pd, che modifica i termini previsti dalla legge di bilancio 2020. Il prolungamento a 2 anni dello slittamento è disposto in attesa della revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell’informazione, ovvero della legge Editoria 5.0 cui sta lavorando l’esecutivo.

Sempre come riferisce Prima Comunicazione, un altro emendamento chiarisce che “non possono accedere” al contributo diretto previsto per l’editoria “le imprese editrici di quotidiani e periodici partecipate, con quote maggioritarie, da gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati”. La norma riguarda in particolare testate come Italia Oggi, con cui è aperto un contenzioso con la Presidenza del consiglio, e va nel senso proprio di trovarne una definizione. Si stabilisce in particolare che per l’esclusione ai contributi serve che la partecipazione di società quotate al capitale di imprese editrici che chiedono i contributi sia con “quote maggioritarie”.

 

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