Paolo Del Debbio: “Dopo il fumo, Beppe Sala si interessi dei peti milanesi”

Paolo del Debbio a  liberoquotidiano.it – Caro Vittorio, il tuo articolo di ieri sulle intenzioni proibizioniste del sindaco Sala di vietarci di fumare per strada – poiché “inquinerebbe più di una locomotiva o di alcune automobili” -, mi ha stimolato (mai parola fu più appropriata) una riflessione profonda, la cui profondità non è data da mie supposte – e non verificate – virtù intellettuali, ma dal suo contenuto, che affonda nelle viscere dell’ uomo. Desidererei, per il tramite di Libero, farle arrivare – se tu ritieni – all’attenzione del primo cittadino. Andando al nòcciolo del problema: e con i peti come la mettiamo, sindaco Sala? Perché, tutti, ma proprio tutti, li fanno, anche a Milano. Anche chi lo nega, soprattutto le appartenenti al sesso femminile.

Siccome, poi, a dato si risponde con dato, eccoci al punto. A Milano vivono un milione e trecentomila abitanti circa. Se aggiungiamo una media di ottocentomila pendolari al giorno, raggiungiamo la ragguardevole cifra di oltre due milioni di potenziali, anzi reali emittenti di ventosità, flatulenze o, per non escludere il Meridione d’Italia, fetecchie.

Ma andiamo avanti nel nostro ragionamento, e qui – intendiamoci bene – son numeri, non discorsi. I ricercatori dell’Human Gastrointestinal Physiology and Nutrition Department del Royal Hallamshire Hospital di Sheffield, in Inghilterra, hanno stabilito che, in media, ogni giorno vengono emessi tra i 476 e i 1491 millilitri di gas, per via dei – sempre medi – 11 peti giornalieri, per un peso totale di 0,11 grammi a puzzetta. Per arrivare a questo risultato, i ricercatori inglesi, hanno arruolato 10 volontari che, dopo aver mangiato 200 grammi di fagioli, sono rimasti attaccati per 24 ore, tramite apposito catetere rettale, all’ apposito recipiente di raccolta dei miasmi, a sua volta collegato alle apposite macchine calcolatrici.

I CALCOLI – Ma andiamo ancora avanti, caro Vittorio, e arriviamo al numero che ci interessa. Ogni peto contiene vari gas nella seguente percentuale: ossido di carbonio 9%, metano 7%, ossigeno 3%, idrogeno 21%, azoto (molto inquinante, come noto) 59%, altro (non vogliamo neanche immaginare cosa) 1%. Facciamo un calcolo: supponendo che i pendolari emettano, in parte, nel loro comune di residenza e che i residenti, sempre in parte, emettano a casa (il sindaco Sala non vuole proibire di fumare a casa, quindi – deduciamo – neanche di ivi scorreggiare), diciamo che realisticamente, a Milano, finiscano per flatulescere, quotidianamente, mille millilitri a orifizio, i quali, moltiplicati per i 2 milioni di residenti o avventizi, viene fuori la seguente cifra: 2 milioni di litri di gas da peto al giorno, emessi alla velocità media di 11,8 km orari. 60 milioni al mese, 720 milioni l’ anno.

Caro sindaco, le pare poco?
Non le pare che occorra un urgente ripensamento in Giunta e, forse, anche in Consiglio comunale, al riguardo? Non sarebbe il caso di coinvolgere anche i Consigli di zona, le associazioni categoria (ad esempio i produttori di fagioli), e molti altri soggetti certamente interessati?
Da buoni milanesi (nel mio caso di adozione), comunque, non perdiamoci in chiacchiere (che, tra l’ altro ci fanno ingurgitare aria che poi dal medesimo buco in questione dobbiamo espellere), ma andiamo subito a vedere le possibili contromisure da adottare con provvedimenti caratterizzati da necessità ed urgenza.

I RIMEDI – A priori: limitazione immediata, imposta da un’ ordinanza a firma del primo cittadino, dell’ alimentazione di alimenti gasogeni, ad esempio i succitati fagioli. A posteriori: (luogo dove generalmente è collocato l’ orifizio emittente): fornire a tutti, residenti e pendolari, un catetere anale da tenere sempre collegato, nelle ore diurne, e contestuale predisposizione di luoghi di raccolta dei gas di scarico anale; predisporre, al contempo, una organizzazione per la raccolta differenziata (è scientificamente provato che il vegetariano emette gas maggiormente tossici dell’ onnivoro); predisposizione di sacchetti da collegare permanentemente al catetere anale in caso di comprovata difficoltà del soggetto – soprattutto in età avanzata – al controllo dello sfintere di emissione. Infine, creazione di una “Area S”, dove è fatto divieto assoluto di scorreggiare, salvo pagamento di un ticket progressivo, adeguato alla capacità contributiva del petante, in relazione all’ ultima dichiarazione dei redditi e nel rispetto dell’ art. 53 della Costituzione.

Sono solo alcuni possibili rimedi, ce ne rendiamo conto, ma sono improvvisati e frutto dell’ urgenza della situazione da fronteggiare. Ci riserviamo di approfondire. Nel frattempo, però, caro Sindaco, non prenda il problema sotto gamba.
Con immutata stima.

di Paolo Del Debbio

 

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