Calabria: tra spopolamento e “generazione emigranti”

Di Giuseppe Fontana – stanza101.org –  Tra le emergenti, e al contempo sottaciute, problematiche che attanagliano le società contemporanee, la questione riguardante lo spopolamento di talune aree urbane e rurali, rappresenta, senza alcun ombra di dubbio, uno degli aspetti sociologicamente più rilevanti che caratterizza l’attuale assetto neoliberista globale.

Entrando nello specifico, la tematica riguardante talune aree del mezzogiorno d’Italia, e più precisamente la Calabria, tende ad assumere caratteri di vera criticità ed emergenza. Difatti, dati Istat[1] alla mano, escludendo una lieve ripresa avvenuta in prossimità degli anni ’70, la popolazione calabrese residente, permane sostanzialmente stabile a valori riconducibili  ai primi anni ’50 del XX° Secolo.

Rappresenta, senza dubbio alcuno, un dato imbarazzante. Soprattutto quando, estendendo il range d’analisi ai dati pre e post-unitari, ci si rende conto che, nonostante gli infausti frangenti riguardanti l’annessione allo Stato piemontese, due conflitti mondiali- a cui nel mezzo ricordiamo si aggiunse anche la crisi economica del 1929-, fino al 1951, nonostante tutto, la Calabria presentava una costante e progressiva crescita, fino a farne quasi raddoppiare i valori demografici in meno di un secolo . La questione che ci si potrebbe porre,oggigiorno,  è cosa avvenne di tanto socialmente sconvolgente  da determinare ciò che guerre, terremoti, carestie e nefaste congiunture economiche, non riuscirono ad implicare in già turbolento passato.La conclusione degli “aiuti”(sic!) economici provenienti dal Piano Marshall (anche qui ce ne sarebbe da discutere, sia in merito alla reale bonarietà del gesto imperialista yankee, quanto alla provenienza di tali fondi ), avvenuta nel 1951, unita all’acuirsi della Guerra di Corea, comportò, grazie all’innalzamento della richiesta di acciaio, una sensibile stimolazione dell’industria pesante italiana  che, indirettamente, si rese responsabile e protagonista nell’innescare ciò che successivamente fu definito il boom economico.

Tale evento, dai più definito come miracolo italiano, lungi dall’esser panacea a tutti i mali, ben presto diede il via alla distruzione di quel secolare tessuto sociale ricco di identità e peculiarità, tipiche delle regioni del mezzogiorno d’Italia. La conseguente pressione in ambito politico, in merito all’insaziabile  richiesta di manovalanza a basso costo esercitata dalle lobby  industriali, fu la causa destabilizzante che pose fine alla secolare “decrescita felice” che caratterizzava i popoli delle Calabrie e non solo. Sotto la minaccia della fame, ed in nome e per conto del neoliberismo, moderni treni negrieri, iniziarono la lunga “deportazione” di intere comunità che spesso, per numero, superava di gran lunga quella di coloro che decisero, tra gli stenti, di rimanere. Basti pensare, per citare un esempio tra tutti, che la comunità di Grotteria residente a Milano rappresenta numericamente il triplo di quella rimasta nel proprio paese d’origine.La verità che sta a monte, in merito alla questione dello spopolamento che affligge le Calabrie, risiede in seno alle  decennali politiche neoliberiste,  responsabili nell’applicazione  dell’aberrante assunto che non sia  l’economia a dover essere inserita nei rapporti sociali, bensì i rapporti sociali ad essere inseriti nel sistema economico. In realtà, giudicare gli avvenimenti sociali da un mero punto di vista economico, significa mercificare e questo ha francamente dell’inumano. Appare chiaro ed oggettivo che, il  libero mercato, implica in sé una grande e malsana utopia, ovvero quella di annullare la sostanza umana e naturale della società. Ciò che non viene compreso dalle attuali forze liberal-progressiste è che l’economia non è comprensibile in termini individualistici, ma è costantemente influenzata dalle istituzioni sociali.Di presupposti non economici in seno all’ economia ne parlò ampiamente Simmel (“La filosofia del denaro”),il quale, partendo dal ruolo svolto dal denaro(elemento economico), ne dedusse facilmente quanto, la fiducia(elemento non economico) ne influenzasse  il funzionamento dello stesso.

Pertanto, innanzi al palesarsi di una “minaccia esterna”, come similmente accade ad ogni essere vivente, le società tendono ad isolare e respingere tutto ciò che si presenti poco funzionale o dannoso per la sopravvivenza delle  stesse. Se ne deduce che, in tale contesto storico,  movimenti di pressione facenti riferimento al sovranismo, identitarismo,  ed autonomismo regionale, lungi dall’essere mere e strumentali sobillazioni , rappresentano una  reazione sociale innanzi ad una minaccia alle componenti umane e naturali del tessuto sociale. La rinascita calabrese, non può non partire da una reale e corretta riconsiderazione  del ruolo svolto dai territori. Potenziando le nostre peculiarità, rendendo partecipe associazioni, sindacati, imprenditori, professionisti e liberi e volenterosi cittadini. Non dovrà pertanto  rappresentare una mera crescita economica, bensì una battaglia di natura  culturale  capace di indurre, influenzare e stimolare una ripresa che da troppo tempo ci attende al varco.

Ripartire dal comunitarismo,  per la comunità di Stanza101 significa, anche applicare pragmaticamente, alla realtà territoriale di appartenenza,  la “lotta per le idee, sul piano delle idee”. Favorendo in tal modo,  politiche  economiche  sostenibili e relazionate  alle peculiarità socioculturali che caratterizzano il meraviglioso mosaico espresso dalle “mille patrie”  del nostro Bel Paese. Autonomia e responsabilizzazione amministrativa, intesi ed elevati ad elementi cardine e non, come spesso sbraitato dalle forze liberl-progressite, a meri vettori di pauperizzazione.

Il futuro della Calabria, passa attraverso una reale valorizzazione delle numerose  risorse, già peraltro abbondantemente presenti sulla nostra meravigliosa terra. Baciata dal sole, bagnata dal mare e circondata da sontuosi monti che sovrastano e coronano gli incantevoli e aspri paesaggi che, assiduamente, invadono i sogni di una giovane, e sempre più malinconica, #generazioneemigranti.

[1] https://www.tuttitalia.it/calabria/statistiche/censimenti-popolazione/

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