Carabiniere ucciso a Roma, uno dei due americani fermati confessa

Uno dei due cittadini americani fermati oggi per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento. Si tratta della persone con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere.

L’aggressione è avvenuta in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere 35enne durante un servizio con alcuni colleghi stava fermando due uomini considerati responsabili di furto e estorsione quando uno di loro avrebbe estratto il coltello ferendolo più volte, il vice brigadiere, Mario Cerciello Rega, è morto poco dopo in ospedale. Il carabiniere è stato colpito più volte in varie parti del corpo e avrebbe ricevuto 8 coltellateUna di queste all’altezza del cuore e anche una alla schiena.

Il carabiniere sarebbe stato ucciso per cento euro: è questa la cifra che sarebbe stata chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato dai due. Quello che in gergo si chiama “cavallo di ritorno”. I due sono al momento ricercati.

Intanto la John Cabot University, attraverso il suo presidente, ha smentito la voce che i due giovani siano studenti dell’istituto americano con sede a Roma. “In nostri studenti alloggiano in residence, non in albergo”, fa sapere il presidente della John Cabot.

In precedenza quattro persone erano state identificate in relazione all’uccisione del carabiniere. Si tratta dei marocchini B.N., nato nel 1990, N.K. dell’81, M.S. del 1975 e del francese di origine algerina G.K. classe 1975. Secondo quanto si apprende non avrebbero avuto un ruolo attivo nella dinamica dell’aggressione al militare.

“Questa vicenda appare più complessa di un banale ‘cavallo di ritorno'”. E’ quanto filtra da ambienti investigativi in relazione al furto che ha causato l’operazione. ansa

I due americani alloggiavano nel lussuoso albergo Meridien di Piazza Cavour, da 200 euro a notte.

 

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