Firenze: smantellata la “Fortezza” della droga, 26 stranieri arrestati

Poliziotti undercover e telecamere nascoste hanno portato alla luce almeno 200 episodi di spaccio in poco più di due mesi. 26 le persone finite in manette tra spacciatori e fornitori della droga, quattro dei quali fermati durante un blitz della polizia in un parcheggio sulla A1. La Polizia di Stato ha smantellato la centrale dello spaccio ai giardini della Fortezza da Basso di Firenze: tra sabato e martedì gli agenti hanno eseguito una serie di arresti nei confronti di 26 cittadini stranieri accusati di detenzione illecita e spaccio di eroina, hashish e marijuana.

All’operazione, denominata “BAT24”, hanno preso parte agenti della Squadra Mobile fiorentina (II e IV sezione) e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Firenze diretta dal Procuratore Capo dott. Giuseppe Creazzo.

Da tempo la zona intorno alla Fortezza da Basso era al centro di esposti di cittadini e comitati di quartiere che denunciavano il continuo ed interrotto spaccio a cielo aperto; lo scorso 23 settembre una giovane studentessa di appena 21 anni aveva perso la vita dopo aver acquistato una dose letale di eroina proprio in quel parco.

Arresti, denunce ed ingenti sequestri di droga operati dalla Polizia di Stato non avevano attenuato il fenomeno anche a causa delle caratteristiche della vasta area teatro dello spaccio e di un rodato sistema di vedette in bicicletta organizzato dai pusher che non permettevano agli investigatori di predisporre efficacemente classici appostamenti senza essere scoperti dai malviventi.

Per tale ragione, con il contributo del Servizio Polizia Scientifica di Roma e del Gabinetto Regionale della Toscana, sono state istallate nei giardini telecamere nascoste per poter monitorare h24 tutta la zona d’interesse ed identificare tutti i soggetti che gravitavano intorno a questa fiorente attività di spaccio a cielo aperto.

I risultati dell’attività, cominciata l’ottobre scorso, non hanno tardato ad arrivare, portando alla luce un allarmante fenomeno criminale che per essere fronteggiato richiedeva senza dubbio l’utilizzo di evolute tecniche investigative e l’impiego di personale altamente qualificato. La polizia ha dato il via ad una complessa operazione “sottocopertura” in grado di fornire agli stessi inquirenti prove tangibili in merito a quello che sembrava essere un vorticoso giro di droga.

L’attività, svolta con il fondamentale apporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga si è articolata con una serie di acquisti simulati di sostanza stupefacente che hanno visto come protagonisti agenti undercover.

Rinunciando temporaneamente alle loro identità, i poliziotti sottocopertura si sono calati nella parte di potenziali tossicodipendenti; una volta agganciati dallo spacciatore di turno e ricevuta l’offerta di droga, hanno acquistato modiche quantità di stupefacente al solo fine di acquisire elementi di prova, come previsto dalla legge.

L’ultimo di questi episodi si è concluso sabato scorso in un parcheggio sulla A1, dove alcuni trafficanti di droga si sono ritrovati in pochi attimi circondati dagli agenti che avevano monitorato tutti i loro spostamenti. I poliziotti, appostati dentro due furgoni, sono entrati in azione non appena fornitori e clienti hanno concluso la loro trattativa. La polizia ha sequestrato oltre mezzo chilo di eroina; 4 le persone di origine nigeriana finite in manette nell’ambito di questo singolo episodio.

Grazie a questa complessa indagine, la Polizia di Stato in poco più di due mesi è inoltre riuscita ad identificare più di una ventina di pusher, per lo più cittadini nigeriani e marocchini di età compresa tra i 20 e i 42 anni.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo aveva occupato da tempo l’intera area verde del parco ed alcune zone limitrofe (in particolare le vicine fermate dalla tramvia), dandosi ad uno stabile e continuativo smercio di sostanze stupefacenti in strada.

Sempre sulla base di quanto emerso, gli spacciatori, muovendosi frequentemente in bicicletta, avevano finito per presidiare il territorio sfruttando le caratteristiche del parco che si presta sia a riparare da occhi indiscreti le cessioni di droga, sia a facilitarne l’occultamento tra foglie, piante, dossi o all’interno di cestini dei rifiuti.

A questo si aggiunge la circostanza che non era facile sorprendere i pusher con la droga addosso: le dosi di eroina, ad esempio, venivano spesso nascoste in bocca dagli spacciatori per poter ingoiare tempestivamente la sostanza in caso di controlli delle forze dell’ordine.

Le indagini hanno fatto inoltre emergere come i malviventi si erano dati una “organizzazione”, aiutandosi l’un l’altro nell’attività di spaccio.

Ogni spacciatore infatti si avvaleva degli altri membri del gruppo per effettuare le singole cessioni che spesso avvenivano in concorso tra chi, di volta in volta, nascondeva e recuperava la sostanza occultata, chi la cedeva, chi prendeva il denaro provento dello spaccio e chi faceva infine da vedetta.

Gli elementi acquisiti hanno quindi permesso di scoprire una fitta rete di consolidate relazioni nell’ambito di una “struttura organizzativa” tendenzialmente di tipo “orizzontale”, sebbene al suo interno siano emerse posizioni di maggiore spessore delinquenziale in capo ad alcuni soggetti più carismatici ed attivi nella gestione della piazza di spaccio e nell’approvvigionamento dello stupefacente.

I vari riscontri hanno fatto infine emergere un’attività delittuosa stabile, sistematica e continuativa, tanto che in due mesi sono state accertate più di 200 cessioni di stupefacente, con una proiezione di diverse migliaia l’anno ed un conseguente consistentissimo giro d’affari.

Gli arrestati si trovano ora al carcere fiorentino di Sollicciano.

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