Como, muore indigente italiano: il Comune “Non abbiamo una bara”

 

In un’Italia che spreca miliardi per la villeggiatura dei clandestini in hotel, non si trova una bara per un indigente italiano?

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La vicenda è raccontata da IL GIORNO –  A provocare indignazione è la storia, vera, di un anziano pensionato comasco morto in condizioni d’indigenza al quale il Comune ha negato persino una bara. «Un caso di burocrazia assurda o semplicemente mancanza di umanità – denuncia il consigliere Alessandro Rapinese, di Adesso Como, che ha sollevato il caso – Siamo alla follia. Lo stesso sindaco che ha sperperato centinaia di migliaia di euro per rifare piazza Volta, riempiendola di panchine a forma di bara, nel marzo 2016 non ha trovato una bara vera per far seppellire un ottantottenne indigente comasco morto di tumore all’Hospice di Como».

Il consigliere ha reso pubblica la storia di una donna che si era data da fare per dare una degna sepoltura all’anziano, malato oncologico, morto all’Hospice di Como – ha scritto la signora in una lettera rivolta al sindaco Lucini – e qui iniziano i problemi fino a  quando una dottoressa comunica che dal Comune hanno chiamato, ma per dire che non hanno la bara».

Intanto il corpo del povero italiano, cinque giorno dopo la morte, continuava a rimanere bloccato nella sala mortuaria dell’Hospice. «Alla fine è intervenuta una persona generosa che venuta a conoscenza della situazione alle 17 del giorno stesso si è recata presso un’agenzia di pompe funebri e finalmente, mercoledì 9 al pomeriggio, abbiamo effettuato il rito funebre. Tutto questo mi ha lasciato molta amarezza e sfiducia nelle istituzioni. Chi non ha mezzi per permettersi un funerale decente non può morire».

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