Compito a scuola: “Rosa e i suoi due papà hanno comprato…”

fam-gay9 febbr – “Rosa e i suoi due papà hanno comprato tre lattine di te freddo. Contando che ciascuna costa 2€, quanto hanno speso in totale?” Questo è quanto viene consigliato come approccio da adottare per i compiti dei nostri figli.

In compenso sarà severamente censurato il docente sorpreso a dire ad un bambino frasi eversive quali “quanto sarai grande ti innamorerai di una donna e ti sposerai”: del resto, non si può permettere ad un’altra generazione di italiani di crescere con la convinzione che sia normale avere una madre ed un padre.

Così il Governo Letta, tramite il Sottosegretariato alle Pari Opportunità, promuove la diffusione di documenti redatti dall’UNAR finalizzati ad addestrare il corpo docente a diffondere l’ideologia gender.

Leggi il documento UNAR >>

Fascicoletti di agevole lettura, sempliciotti e superficiali quanto sono le argomentazioni che adducono come basi dei loro esperimenti. Utilizzano la scuola alla stregua di un laboratorio dell’apprendista stregone ed i bambini sono cavie.

Come oggetti sperimentali, il Governo vorrebbe sottoporre ai nostri figli stimoli e giochini per valutarne lo stadio di avanzamento. Lasciando da parte, quantomeno nell’ambito di questa breve analisi, i programmi scolastici di sessualizzazione di massa, il piano di abbattimento delle resistenze individuali vuole colpire tutte le certezze dei bambini.

L’operazione capillare arriva a prevedere anche la visione di film a sfondo gay-lesbico-bisessuale-transessuale e consigliare, alla stregua di un giocoso compito a casa, la ricerca di fiction e programmi televisivi in cui non si promuove l’immagine di una famiglia tradizionale.

Qualora ciò non bastasse, si dovranno invitare esponenti di queste “diversità” a parlare delle loro esperienze durante l’orario curricolare (quindi obbligatorio).

Insegnanti ed ospiti speciali dovranno sfatare dei miti –come sono definiti dagli stessi documenti ministeriali- come, per esempio, l’avere un padre ed una madre. Viene prescritto di spiegare, infatti, che i gay hanno diritto di avere figli e che quei figli crescono bene quanto e come quelli che hanno il modello femminile e quello maschile.

La scuola utilizzata come laboratorio, non di crescita e sviluppo, ma di sperimentazione sociale. La strategia è chiara: siamo sottoposti a diversi stimoli, sempre più forti. Stanno tastando il grado collettivo di resistenza e fino a quando ci troveranno remissivi, l’ascesa della violenza continuerà.

provita

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3 thoughts on “Compito a scuola: “Rosa e i suoi due papà hanno comprato…”

  1. prendendo come spunto l’ultima frase dell’intervento di Grazia Papi ” fare in modo che i diritti di tutti vengano rispettati” appunto i diritti di tutto anche di quelli che da millenni credono nella tanto ora vituperata famiglia tradizionale composta da padre e madre, cioè vero maschio e vera femmina come è sempre stato in natura….e sempre sarà !

  2. Trovate tanto strano che la scuola debba modificare i suoi interventi ed il suo linguaggio allo scopo di considerare e portare rispetto ad una parte della nostra società, vogliamo dire ad una minoranza? Io sono un’insegnante e a me ciò non sembra affatto strano. Ho avuto a distanza di anni due sorelline i cui genitori erano testimoni di Geova, assolutamente invisi da molti “cristiani”, ed io per loro modificavo addirittura il testo dei problemi, quando questi riportavano ad esempio riferimenti a candeline e a compleanni, sapendo che nella loro ideologia, che pur io non condivido, non festeggiano alcunché se non i matrimoni. Nella mia classe c’è un bambino musulmano, ed io costantemente, quando si affrontano temi di carattere ideologico-religioso, faccio notare, che non tutti al mondo sono cattolici, né tantomeno cristiani, che esistono altre religioni, altri credi, come esistono persone che non credono. Cerco di evitare di fare discorsi stereotipi riguardo alla famiglia, perché ci sono bambini che hanno solo la mamma, altri che hanno i genitori eterosessuali, separati, altri che sono figli di coppie conviventi. La società è ricca di persone diverse, tutte degne di rispetto e la scuola non si può permettere di avvallare concezioni o comportamenti che non tengono conto della diversità, dei sentimenti, delle preferenze, delle ideologie, perché la scuola pubblica è di tutti, è un diritto di tutti; ed è un diritto di tutti i bambini, trascorrere l’infanzia, senza doversi difendere da accuse o pregiudizi! E l’insegnante, che è l’adulto responsabile, deve fare in modo che i diritti di tutti vengano rispettati.

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