di Giordano Masini

Eâ notevole â e rende perfettamente la misura tanto delle dimensioni della crisi che stiamo attraversando quanto dellâinadeguatezza di chi è chiamato a governarla â vedere, a pochi giorni di distanza dallâindispettito appello in parlamento del âsegretario del presidenteâ del PdL allâindipendenza della politica dai mercati (âsono i mercati a scegliere i governi? Da quando in qua sono i mercati a stabilire che i governi vadano a casa? E il popolo? I cittadini?â), il premier e il suo Ministro dellâeconomia andare in conferenza stampa a sancire il sostanziale commissariamento del governo da parte delle autoritĂ monetarie europee. âLe forme sono salveâ commentava ieri mattina Mario Monti dalle colonne del Corsera: âI ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta. Ma le decisioni principali sono state prese da un âgoverno tecnico sopranazionaleâcon sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New Yorkâ.
Che brutta fine, Ministro Tremonti. Proprio Lei, che fino a ieri vantava la soliditĂ del nostro paese, delle nostre banche (âperchĂŠ non parlano inglese!â ) e del nostro sistema produttivo (âabbiamo la manifattura, che è meglio della finanza!â ) scandiva lâanno scorso in una puntata
di Annozero durante la quale â era la sua epoca dâoro, lâavevano appena incoronato âuomo dellâanno
ââ solo un giovane âmercatistaâ come Piercamillo Falasca aveva lâardire di contraddirla. âGli altri paesi avevano una crescita drogata, adesso stanno tutti a piccoâ ripeteva, signor Ministro. Ed ora è lĂŹ, con il cappello in mano, a ringraziare che una banca che parla inglese (e tedesco), la BCE (quella ânon coinvolgibileâ), annunci benevolmente lâacquisto di un poâ del nostro debito. Che tristezza.
Ha finito di cercare alibi, signor Ministro? Dopo lâundici settembre, i cinesi, la speculazione, il mercato globale, la crisi globale, i derivati, ancora ci tocca sentirvi parlare, Lei e il suo premier, di speculatori, di agenzie di rating, di mercati che sbagliano i loro giudizi, che non tengono in giusto conto la soliditĂ finanziaria delle famiglie italiane (i vostri prestatori di garanzia preferiti, le vostre vittime designate per la patrimoniale prossima ventura), di borse che segnano lâora giusta due volte al giorno come gli orologi rotti, di crisi che nascono altrove e arrivano qui, chez nous, per unâintollerabile ingiustizia della storia.
Da altrove, per ora, sembrano arrivare le soluzioni (peraltro del tutto inadeguate) o quantomeno i suggerimenti per affrontare una crisi che per come si manifesta in Italia è tutta italiana, dato che la nostra fragilità è solo il frutto di un decennio, il Suo decennio, di freno a mano tirato per la crescita economica. Meglio, di non-crescita. Se la ricorda quella sulla Germania, Ministro Tremonti, sempre quella sera da Santoro? âSe la Germania va bene andiamo bene anche noi!â.
Giordano Masini LIBERTIAMO