Conti correnti: da oggi Comuni, Province e Regioni possono “spiarli”

di Antonio Amorosi – Mentre i giullari di corte ci distraggono con quanto è cattivo e illiberale Salvini lo Stato entra pure nelle mutande degli italiani. Pensare che i dipendenti pubblici del Comune o il sindaco possano conoscere l’attività bancaria e finanziaria dei propri cittadini vi fa orrore? Da oggi sarà possibile con un’opzione stile Germania dell’Est delle Repubbliche socialiste pre Muro di Berlino voluta dal governo a guida M5S, Pd, Leu e Italia Viva che l’ha inserita nel Decreto Semplificazioni approvato da poco, eliminando un altro pezzo delle libertà individuali e della riservatezza bancaria degli Italiani.

Formalmente Comuni e Regioni, come tutti gli altri gli enti locali, potranno “spiare” i dati bancari sensibili dei cittadini allo scopo di facilitare la riscossione di imposte e tasse di loro competenza, anche in maniera coattiva, dovute dal contribuente inadempiente. Attività anche comprensibile ma che nelle modalità di esercizio solleva non pochi interrogativi su come dovrà essere esercitata, con quali limitazioni e vincoli, con quali possibili danni, vista l’estesa mole di violazioni che accadono nei Comuni e soprattutto in quelli più piccoli, dove tutti si conoscono e gli enti pubblici sono determinanti nel definire benefici e concessioni.

Conoscere in modo approfondito i dati finanziari dei propri cittadini non è cosa da poco. Per l’Istat solo il voto di scambio in Italia interessa almeno 1 milione 700.000 persone, ma il dato sembra sottostimato. E sapere che negli ultimi anni è in crescita la mole di reati dei funzionari pubblici nella pubblica amministrazione non fa dormire sonni tranquilli ai più critici col provvedimento del governo. E’ questo un passo verso lo Stato di polizia o verso la Cina comunista? Difficile a dirsi.

L’accesso fino a ieri era consentito solo all’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e ai concessionari delle riscossioni. La stessa Guardia di Finanza per poter vedere queste informazioni doveva fare richiesta di autorizzazione all’Agenzia delle Entrate (l’unico ente ad avere l’accesso quasi automatico). Ma da oggi cambia tutto. Gli enti locali avevano già la possibilità di trattare i dati contenuti nell’anagrafe tributaria ma con il Decreto approvato, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, potranno accedere all’archivio di tutti i rapporti finanziari cambiando il quadro non di poco.

A dire il vero il Decreto Semplificazioni prevede anche una serie di precauzioni per evitare ci possano essere condotte poco lecite. Sarà richiesta un’autorizzazione per l’accesso alle informazioni e un tracciamento dei singoli funzionari abilitati alle operazioni, al fine di evitare un uso illecito delle informazioni a danno dei cittadini. Ma la novità apre uno scenario inquietante vista l’estrema delicatezza dei dati. Sarà sempre la nostra giustizia a dirimere gli eventuali contenziosi sulle fughe di notizie. Siamo in una botta di ferro vista la continua fuga di notizie che si hanno nel nostro sistema giudiziario.

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