Aiuti coronavirus, delirio Inps: spunta il tasto ”rinuncia”

di Marco Lombardo – Basta un clic, dicono spesso i Conte boys, disseminati al governo tra ministeri e decine di task force. Ed in effetti siamo noi che non li prendiamo mai sul serio, anche quando mantengono quello che promettono. Per esempio: parliamo dei 600 euro dell’Inps, quelli che sarebbero arrivati appunto con un semplice clic. Per la maggior parte di voi che ci ha creduto l’attesa continua, ma intanto si sono portati avanti e vi hanno già detto che poi diventeranno 800 e forse 1.000.

I 600 non li avete visti? Tranquilli, anche a questo c’è rimedio. Prendiamo un caso su tanti: quello di Raffaele, amministratore unico di una società di servizi che si occupa di turismo. Come capirete il suo settore è azzerato, per cui l’1 di aprile (alle 3 di notte) riesce ad entrare nell’ormai mitologico portale dell’Inps per presentare regolare domanda. Raffaele improvvisamente non guadagna più un euro e allora si aggrappa ai poderosi interventi del governo. Dunque pochi clic, qualche dato, ed ecco partire la domanda.

Da allora sono (a ieri) passati giorni 38, e accanto alla richiesta campeggia beffarda la scritta «in attesa di esito». Non si chiede, per carità, di sapere quale scienziato al soldo del presidente dell’Inps Pasquale Tridico stia gestendo la pratica per erogare la cospicua somma, ma almeno: quale esito? Perché il nostro Raffaele fa notare, tra l’altro, che – per il classico Monopoly della burocrazia italiana nel quale non si passa mai dal Via a ritirare neppure le 20mila lire di una volta – essendo lui iscritto all’Inps 2 (la gestione separata, perché un capo azienda per la previdenza nel suo caso vale un Co.Co.Co.) potrebbe anche darsi che non abbia diritto al contributo. Vorrebbe saperlo, giusto per curiosità. Ma non può: l’esito è in attesa. Questo nonostante una serie infinita di telefonate quotidiane a vuoto al numero amico (così lo chiamano…) per avere almeno un segnale di vita. A un certo punto – era il giorno 36 – ha saputo, ma da una voce registrata, che era in corso «una riunione sindacale». Almeno hanno risposto.

Poi, finalmente, ecco che l’altro giorno qualcosa accade: arriva il mitico clic con il quale finalmente risolvere i propri problemi. Ve l’avevano detto, no? Giusto sotto l’imperitura scritta che lo invita ad attendere, compare un bottone rosso con un messaggio a caratteri cubitali: RINUNCIA. Già, RINUNCIA, perché c’è sempre un modo per sistemare le cose. La giustificazione sarebbe che «lo abbiamo messo lì perché magari uno si accorge che può accedere ad altri contributi». E quindi li devi pure ringraziare. Però hanno ragione, anche in questo caso: Raffaele lo farà sicuramente, così come tutte quelle migliaia di persone in attesa davanti a quel bottone.

Probabilmente alle prossime elezioni. Clic.

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