La Fifa fa i controlli sull’età, squadre africane spariscono

La pratica dell’Age Chating (mentire sull’età) è ormai soltanto un ricordo nel mondo del pallone. La Fifa ha dichiarato guerra a chi imbroglia e a farne le spese è stata, com’era prevedibile, l’Africa. Nel Continente nero ogni calciatore ha una doppia età: una ufficiale, valida per il passaporto, e una biologica, conosciuta solo da una ristretta cerchia di parenti e amici.

Si tolgono gli anni, ma non per vezzo: lo si fa per far colpo sui dirigenti delle squadre europee, per giocare i tornei juniores e per entrare nelle accademie giovanili, con l’inganno. Non è un caso che nelle ultime sei edizioni delle Olimpiadi (dove nel calcio partecipano le nazionali under 23), l’Africa si sia aggiudicata due medaglie d’oro (Nigeria ad Atlanta 1996, e Camerun a Sidney 2000) una d’argento (ancora la Nigeria a Pechino 2008) e un bronzo (sempre le Super Aquile a Rio de Janeiro 2016). E come se non bastasse è necessario aggiungere la vittoria del Ghana al Mondiale Under 20 nel 2009, e i tanti trionfi di nazionali africane ai Mondiali Under 17 (ben sei in 15 edizioni, più altri 13 podi). Risultati mai raggiunti a livello seniores. Vittorie e medaglie dietro le quali si sono nascoste storie surreali. Come quella del ghanese Nii Lamptey, indicato nel 1991 da Pelé come suo erede, ma bambino prodigio con otto anni in più di quelli indicati in calce sulla carta d’identità.

È stato il torneo Under 17 in fase di svolgimento in Brasile ad aver fatto segnare un drastico cambiamento di rotta: delle quattro squadre africane (Angola, Nigeria, Senegal e Camerun) nessuna ha superato gli ottavi di finale. Ai giovani leoni indomabili è andata addirittura peggio: si sono piazzati all’ultimo posto nel loro girone di qualificazione, presi a pallonate persino dal modesto Tagikistan.

Il calcio africano è ai titoli di coda? Assolutamente no. Sono cambiate le regole, ma soprattutto è stato introdotto, per la prima volta in maniera integrale (e non solo più a spot), il test di risonanza magnetica per verificare l’età dei calciatori. L’esame ha un tasso di efficienza del 99% sui ragazzi fino al diciassettesimo anno di età. Ogni osso delle braccia e delle gambe, infatti, ha una placca che cresce gradualmente e quando questa placca completa la propria estensione, generalmente intorno ai 17-18 anni, non è più visibile.

Le quattro nazionali qualificate non hanno più potuto barare come purtroppo era accaduto in passato. Gli atleti selezionati e schierati nella Coppa del Mondo under 17 sono stati sottoposti alla risonanza dai medici della Fifa ancora prima di partire per la trasferta brasiliana. Ne sa qualcosa la Guinea, che è stata squalificata, e ha dovuto cedere il passo al Senegal, dopo che la risonanza aveva rilevato la presenza di tre giocatori abbondantemente sopra i 17 anni. In terra verdeoro sono cambiate le gerarchie, tant’è che in lizza per il titolo sono rimasti Brasile, Francia, Messico e Olanda.

www.ilgiornale.it –  Luigi Guelpa

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