”Comunisti italiani prendevano rubli sporchi del sangue di Budapest e Praga”

di Stefania CraxiSOLDI RUSSI? SI, MA COMINCIAMO DA QUELLI URSS AL PCI
Leggo con un certo sorriso agenzie e giornali che riportano lo sdegno e la preoccupazione di certi ‘sinistri’ per le presunte contribuzioni provenienti da Mosca. È vero, la politica, anche nell’era della globalizzazione va preservata da ogni possibile condizionamento e i soldi, oggi come ieri, sono armi di lotta: possono vincolare e possono regalarti autonomia per battaglie di libertà.

Ma coloro che in queste ore si agitano non sono forse gli stessi e i figli, più o meno diretti, di un certo Pci che per anni, in uno scontro di libertà, valori e civiltà quale quello della Guerra Fredda, ha preso soldi e ordini da una potenza militare nemica dell’Occidente come l’Urss? Ricordo male o nell’Italia che attendeva la ‘rivoluzione comunista’ piovevano rubli sporchi del sangue di quanti, da Budapest o da Praga, si battevano per la democrazia e libertà?

Qualcuno parla di una Commissione di inchiesta sui finanziamenti e i condizionamenti russi. Bene! Anzi, benissimo! Perché non estenderla anche a tutte le vicende prima e dopo il crollo del Muro? Credetemi, sarebbe interessantissimo. Magari capiremmo il perché certa sinistra, assurta poi a moralizzatrice abbia promosso e accettato amnistie sul finanziamento della politica, salvo poi utilizzare questo tema come una clava per abbattere il sistema politico dopo essersi consegnata ai nuovi amichetti dei salotti economico-finanziari. Mio padre, li apostrofò come ‘bugiardi ed extraterresti’. Io mi limito a definirli ‘sepolcri imbiancati’ e denunciare una certa ipocrisia che ha avvelenato i pozzi della politica e ha ridotto l’Italia all’irrilevanza.

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