Espatriai! L’Italia è una finzione, vista dall’Europa

 

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Inizio’ cosi, anno ’82, il mio espatrio in Francia. Avevo già viaggiato l’Europa per lavoro, e capito che, se volevo una qualità di vita “europea”, dovevo andarmene. Già nei primi anni in Francia fu chiaro che avevo fatto una buona scelta. Successivamente, in pochi anni, capimmo che quel che la Francia ci offriva (e l’Italia talora ci rifiutava) era: la certezza del diritto, ma anche dei servizi pubblici affidabili e spesso di gran qualità. E la certezza, da parte di chiunque, di comportamenti corretti.

I contatti con l’Italia nel decennio successivo ? Un’impressione negativa : peggioramento, lento ma continuato, della società. Curioso di capire le cause delle differenze fra Italia ed Europa avanzata, notavo i fatti italiani negativi di maggior rilevanza.

Nel ’90, avendo già capito parecchie cose (in base al “chi cerca trova” le cause, ma soprattutto paragonando l’Italia all’Europa, durante frequenti viaggi), informai Romiti (FIAT) del mio convincimento : “l’economia italiana avrebbe corso in futuro un grosso rischio”, ne chiarii i motivi. La sua risposta fu gentile e di apprezzamento. Ma non mi invito’ perché gli chiarissi….  Risposte eguali (ringraziamento, niente di più) ebbi nel decennio successivo da varie persone, fra cui anche Tronchetti Prov., Ostellino ed Ottone.

Impiegai circa cinque anni a capire perché VIPs dell’economia e giornalisti non avevano interesse nel progresso futuro dell’economia e nell’eliminazione dei numerosi ostacoli sociali, palle al piede dell’economia. La motivazione individuata: – la società italiana non è stata mai unita, come sono i 12 Paesi avanzati d’Europa. Essa è solo un coacervo di congreghe, cordate, camarille e clans diversi. Troppi cittadini curano e conoscono solo i rapporti con il capo del proprio clan. E infatti non esiste nessun sentimento né interesse né di coesione nazionale, il che porta ad una frequenza, nell’intera società, di conflitti, manovre nascoste, tattiche contro, alleanze concordate e e poi negate….

La vita sociale del cittadino ? Di uno contro tutti… Ecco quindi la finzione enorme : in ogni contesto sociale, incluso il parlamento, si finge un’ interesse per il Paese, ma in realtà ci si occupa dei fatti propri. E i Valori positivi, gli obiettivi di Nazione ? Non esistono che formalmente, se pure ci sono…… Conclusione : sia la vita sociale che le discussioni parlamentari sono imbottite di conflitti, sospetti, false manovre o concordanze, tiri mancini dall’ombra. L’immobilismo del Paese, conosciuto in Europa, è figlio di tale scenario, del lassismo imperante oggi, della non professionalità diffusa nelle istituzioni. L’Italia è una finzione, vista dall’Europa (una farsa secondo un Italo-Scandinavo). Vediamo la realtà/dimentichiamo la finzione

Ulrich Realist

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