Rogo Norman Atalantic, testimone: fornello acceso da clandestini afghani

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Norman Atlantic shock: “Incendio divampato dal fornello acceso per scaldarsi da alcuni immigrati”

Nuove rivelazioni sull’incendio a bordo del traghetto Norman Atlantic, parla un testimone: “Rogo a bordo da un clandestino per scaldarsi. Acceso un fornelletto in un camion nel garage”. Il bilancia al momento è di 11 morti, ma i dispersi potrebbero essere decine e decine.

In base a una nuova testimonianza, al vaglio degli inquirenti, alcuni immigrati afghani avrebbero acceso un fornelletto in un camion nel garage della Norman Atlantic per riscaldarsi.

A raccontare questo dettaglio è un clandestino che era a bordo del traghetto Anek Lines. Come sottolinea oggi il Fatto Quotidiano, non è il primo a dare questa versione. Alcuni giorni fa un camionista greco aveva detto le stesse cose.

La presenza di immigrati a bordo, ipotizzata fin dai primi momenti, non era stata però confermata né dal personale a bordo né dai primi sopralluoghi, ma già la discrepanza tra gli elenchi dei passeggeri nelle mani dei greci e degli italiani avevano fatto sollevare più di un sospetto. Le testimonianze saranno vagliate dagli inquirenti e probabilmente confrontate con le altre che, numerose, stanno emergendo in questi giorni.

Le polemiche coinvolgono anche l’Autorità Portuale di Igoumenitsa, che non avrebbe dovuto dare il “via libera” alla partenza della Norman Atlantic con il mare a forza dieci e con le condizioni meteo estremamente problematiche dello scorso 28 dicembre.

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2 thoughts on “Rogo Norman Atalantic, testimone: fornello acceso da clandestini afghani

  1. E’ una delle possibili ipotesi, ma ogni cosa potrà essere accertata soltanto dopo gli accertamenti tecnici a bordo che verranno disposti dal PM dott. Ettore Cardinali, magistrato barese che si occupa delle indagini senza risparmio di energie personali e con elevata professionalità. Resta da risolvere preliminarmente il conflitto di competenza sollevato nel corso di un incidente probatorio.
    A tale proposito il codice della navigazione all’art.1240 prevede che “per i reati, previsti “dallo stesso codice della navigazione”, commessi all’estero ovvero fuori del mare o dello spazio aereo la competenza territoriale appartiene al giudice del luogo in cui, dopo che è stato commesso il reato, avviene nella Repubblica il primo approdo della nave o dell’aeromobile, su cui era imbarcato l’imputato al momento del commesso reato.
    Se, prima dell’approdo nella Repubblica, ha avuto luogo la presentazione del rapporto, della denuncia o della querela alle autorità consolari o ai comandanti di navi da guerra, ovvero se tali autorità hanno espletato funzioni di polizia giudiziaria, ovvero se la competenza non può essere determinata nel modo indicato nel comma precedente, la competenza appartiene al giudice del luogo di iscrizione della nave (o di abituale ricovero dell’aeromobile) (5), su cui era imbarcato l’imputato al momento del commesso reato.
    Nei casi di competenza dell’autorità consolare, se, al momento della partenza della nave o dell’aeromobile dal luogo nel quale risiede tale autorità non è stata ancora pronunciata la sentenza di merito, la competenza passa al giudice competente per territorio a norma dei comma precedenti. Gli atti istruttori compiuti dall’autorità consolare conservano pieno valore anche avanti il giudice competente”.
    A parte ogni considerazione sulla circostanza che nella fattispecie le ipotesi di reati in relazione ai quali il PM indaga sono disciplinati prevalentemente dal codice penale e non dal codice della navigazione, sussiste comunque il radicamento della competenza innanzi al Tribunale di Bari per effetto del secondo comma dello stesso art.1240 cod.nav. che consentirebbero il superamento della competenza del luogo del primo approdo della nave.
    Il radicamento della competenza territoriale nel luogo del primo approdo della nave riguarda invece i soli aspetti civilistici (art.590cod.nav.) Competenza per territorio -art.590 “Se il fatto che vi ha dato luogo è avvenuto nel mare territoriale, le cause contemplate nel precedente articolo sono proposte avanti (il comandante di porto capo del circondario o) (1) il tribunaLe della circoscrizione, nella quale è avvenuto il fatto, ovvero avanti (il capo del circondario o) (1) il tribunale della circoscrizione nella quale è avvenuto il primo approdo della nave danneggiata, o, in mancanza, l’arrivo della maggior parte dei naufraghi, ovvero (il capo del circondario o) (1) il tribunale della circoscrizione nella quale è l’ufficio di iscrizione della nave.

    Se il fatto è avvenuto fuori del mare terrItoriale, le cause sono proposte avanti (il comandante di porto capo del circondario o) (1) il tribunale della circoscrizione, nella quale è avvenuto il primo approdo della nave danneggiata, o l’arrivo della maggior parte dei naufraghi, o, in mancanza, avanti (il capo del circondario o) (1) il tribunale della circoscrizione nella quale è il luogo di iscrizione della nave) “.

  2. Carissimi.
    Vorrei che vi ricordassivo dei naviganti/marittimi Italiani, quando la sera rientrate a casa e date un bacio ai vostri figli. Il nostro mestiere e’ più articolato e impegnativo di quanto se ne possa penzare. Provate a scrivere la vita di un solo giorno di un marittimo, vi garantisco che non vi potreste annoiare. Avrei tante cose da scrivere. Ma come tanti altri miei colleghi, rimaniamo nell’ombra. Questa e’ professionalità e serietà. Sono fiero del mestiere che faccio.

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