Sistema bicamerale “in nessun altro Paese al mondo”? E’ una bufala

senato6 apr – In questi ultimi giorni imperversa la frase: ‘In nessun altro Paese al mondo esiste questo sistema bicamerale come in Italia’. Vero o falso?

Falso. Basta semplicemente consultare i libri di scuola e, se i libri non vi piacciono più, il web. L’appunto è soprattutto per chi in questi giorni si sfida a colpi di “non esiste” nei vari salotti politici televisivi, a tutti costoro, come Sandro Gozzi ieri a Piazza Pulita che a domanda “è vero o no che il sistema bicamerale esiste anche in altri Paesi del mondo” non ha risposto. E ancora, all’esponente di Forza Italia che questa mattina nel corso della puntata di Agorà su Rai 3, incalzata da Daniele Martinelli, ufficio stampa M5S, con la stessa domanda, ha tentato il furbo giochino “a domanda rispondo con domanda”, del tipo: “Me lo dica lei, esistono”?

Delle due l’una: o non lo sanno davvero, oppure fanno finta di non sapere confidando nella perenne ignoranza (intesa proprio come non sapere) dei più.

Pochi giorni fa l’Italia ha accolto in pompa magna ‘The President’ Obama. Renzi non si è fatto sfuggire l’occasione di adularlo dicendogli che lui lo prende a esempio e che l’Italia partirà da quel suo “yes we can”. Certo, noi arriviamo sempre dopo. Detto ciò Renzi, o qualcuno del suo staff, sa che anche negli Stati Uniti esiste il sistema bicamerale e che anche Obama ha il suo bel da fare per portare avanti le sue proposte di riforma? Una tra tutte quella sulla sanità. Ma vediamo un po’ di citare alcuni dei Paesi più noti che adottano questo sistema:

Canada – Parlamento (Parliament) – Camera dei Comuni -(House of Commons) – Senato (Senate);

Argentina – Congresso Nazionale (Congreso Nacional) Camera dei deputati (Camara de Diputados) Senato della Nazione;

Stati Uniti – Congresso (Congress) Camera dei Rappresentanti (House of Representatives) Senato;

Spagna – Cortes Generales – Congresso dei Deputati (Congreso de los Diputados) – senato …

Potremo andare oltre, ma per chi fosse interessato a saperne di più, invito a vedersi nei dettagli su Wikipedia dove è pubblicata una tabella di Paesi che adottano questo sistema e cliccando sul Paese è possibile prender lettura della struttura istituzionale adottata e del suo funzionamento oppure a leggersi questa ricerca dell’Ufficio Studi del Senato. E, se proprio vogliamo anche farci un idea più precisa e/o meglio, provare a comprendere meglio di quali riforme istituzionali abbia necessità il nostro Paese, è interessante da leggere l’attenta analisi, “Il punto sulle riforme costituzionali“, di Antonmichele de Tura consigliere corte costituzionale al Focus di Argomenti2000 presso Istituto Luigi Sturzo.

In questo documento de Tura evidenzia 4 punti fondamentali e li pone nel contesto si di una innegabile necessità di manutenzione, ma e uso le sue parole, “per approntare quest’opera di manutenzione è davvero indispensabile metter mano a una completa riforma tanto della nostra forma di governo, quanto della nostra forma di Stato, quanto del sistema delle garanzie, come pare trasparire anche dal lavoro dei Saggi ?”

È errato, dunque, a mio parere, dire ai cittadini che solo in Italia esiste il sistema bicamerale e che tale impedisce le riforme e la crescita del paese. Sono altre, lo ripeto, le riforma a cui si deve dare priorità. Una tra tutte quella del lavoro, il resto non porta soldi nelle tasche degli italiani. Varrà anche il detto che con queste riforme non vedremmo subito il cambiamento, ma comunque ci sarà, però resta il fatto che ciò tutto assume l’aspetto di una campagna elettorale populista e demagogica. Quella stessa di cui spesso da destra a sinistra si è accusato il Movimento 5 Stelle. Infine, poniamoci seriamente la domanda, quante volte il Senato ha posto rimedio a leggi passate alla Camera che risultavano esser più sconce di quelle a cui si è voluto rimediare ? Esattamente lo scopo dei padri costituenti. Insomma, in Italia abbiamo sì una macchina che non circola più da tempo a marcia continua, ma credo che il problema sia anche e soprattutto da ravvisare nell’enorme selva di leggi che si continuano a produrre facendole passare come leggi di riforme e miglioramenti. Ci sguazzano a turno tutti a prescindere, gli unici a non trarne beneficio sono i cittadini. Di che stiamo parlando allora? Per ora, non ci resta che armarci di santa pazienza, leggerci il DDL di revisione costituzionale nel sito web del governo.

Antonella Soddu

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