Laudato si’ Palamara. L’ordine di attaccare Salvini veniva da un partito

Di colonnello Salvino Paternò – -Eh sì, sia lode a questo rubicondo e potente magistrato, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e componente del Consiglio Superiore della magistratura, perché solo grazie a lui si sono potute finalmente strappare le spesse fette di prosciutto rancico che chiudevano gli occhi di chi non voleva vedere ciò che appariva chiaro, lampante e cristallino.
Eppure, malgrado dal tenore delle incontinenti conversazioni dei togati appaia evidente un sistema di contropotere giudiziario, con tutti i crismi di una vera e propria associazione sovversiva, c’è ancora qualche spericolato arrampicatore sugli specchi che tenta di frenare con le mani lo tsunami del malaffare in ermellino.

“Ma dai, sono solo conversazioni tra amici”, balbetta qualche fessacchiotto. Come se le intercettazioni dovessero essere predisposte solo alla captazioni di comunicazioni tra nemici.
“Sì, dicono che Salvini deve essere ingiustamente indagato, ma tali affermazioni non vengono rivolte ai titolari delle indagini”, aggiungevano fino a ieri. Poi, è uscita la chat tra Palamara e Patronaggio e la giustificazione gli si è smorzata in gola, lasciandoli annaspare avvilentemente.

C’è ben poco da dire, quanto emerso dovrebbe essere sconvolgente per chiunque. La tragedia risalta in tutta la sua crudele semplicità.

Dalle intercettazioni, infatti, si apprende che, malgrado ci sia la consapevolezza che “quella merda di Salvini” sia innocente, per la magistratura è necessario scatenare contro di lui un attacco giudiziario.
Ci pensa Patronaggio, l’eroico procuratore mascherato, ad avviare le indagini per il fantomatico sequestro di persona. Ed ecco che Palamara lo sprona garantendogli l’appoggio di tutto il CSM (“siamo tutti con te!”). All’indomani del messaggio, Patronaggio iscrive il leader della Lega nel registro degli indagati. E vorrei bene vedere, l’appoggio non arriva da un gruppetto di amici togati e neanche da una corrente politicizzata della magistratura, bensì da tutto Il CSM! Si tratta del supremo organo di autogoverno della magistratura, quello che valuta gli illeciti disciplinari, che procede alle promozioni ed ai trasferimenti.

Come se non bastasse, entra in campo anche Legnini, vicepresidente del CSM, il quale induce tutti i componenti togati a produrre un comunicato contro il leader politico sotto accusa. E così Salvini diviene cornuto e mazziato.

E’ bene che si sappia che questo Legnini non è un magistrato, bensì un esponente politico del PD. Infatti, i padri costituenti, per impedire che l’autonomia e l’indipendenza della magistratura la trasformassero in una casta (così come poi è avvenuto), misero come presidente il capo dello stato (oggi affetto da grave mutismo) e come vicepresidente un politico. Per cui, l’ordine rivolto ai magistrati del CSM di scagliarsi contro l’ex ministro degli interni, non proveniva dalla magistratura stessa (che già sarebbe grave), bensì dal partito politico avverso alla lega.

Ma ci rendiamo conto?
Qui non si tratta di Salvini o non Salvini, qui si tratta di un potere dello stato, che dovrebbe essere autonomo ed indipendente e a cui viene affidato il sacro compito di amministrare la Giustizia, che, con la complicità di un partito politico, ingiustamente tenta di impedire ad un partito politico contrario il libero esercizio delle proprie attività.

L’odio politico, pur se deplorevole, è umanamente comprensibile, ma non può mai essere più potente dell’AMORE per la democrazia, per quella forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti. E le idee politiche di tali rappresentanti possono essere disapprovate e contrastate, ma mai criminalizzate grazie alla complicità del potere giudiziario che dovrebbero essere avulso dalla lotta politica e il più imparziale possibile.

Ma come si fa a non rendersi conto dell’estremo e disonesto attacco alla costituzione e al cuore stesso della democrazia?
E come possono riuscirci proprio coloro che si definiscono “democratici” o che hanno fatto dell’onestà il loro cavallo di battaglia?

E’ onesto tutto ciò? E’ garanzia di partecipazione in piena uguaglianza?
… abbiate il coraggio di darvi una risposta.

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