Coronavirus: tre navi da crociera in quarantena

Per tanti doveva essere la vacanza della vita. Si è invece trasformata in un inferno. Le navi da crociera di lusso, almeno tre, si sono trasformate in prigioni galleggianti dove sono stati confinati i possibili contagiati dal coronavirus.

Nella baia giapponese di Yokohama, la Diamond Princess è ormeggiata in quarantena con a bordo almeno 61 passeggeri risultati positivi al contagio. Il gigante della Carnival ospita 3.700 persone tra cui anche 35 italiani, di questi 25 sono membri dell’equipaggio, che non risultano contagiati. Ci sono inoltre 1.281 giapponesi, 428 americani e cittadini di 54 diverse nazionalità. La quarantena durerà almeno fino al 19 febbraio. Finora sono state esaminate 273 persone a bordo, comprese quelle che avevano avuto stretti contatti con l’ex passeggero ammalato e altre persone che presentavano potenziali sintomi. Gli unici a lasciare la Diamond Princessr, bloccata nella baia di Yokohama, sono stati alcuni dei contagiati, accompagnati in ambulanza nelle strutture per la cura. Gli altri, raccontano alcuni testimoni, non hanno il permesso nemmeno di stare sul ponte della nave. Sono rinchiusi nelle loro stanze mentre il personale distribuisce le mascherine arrivate.

A Hong Kong, 3.600 persone hanno trascorso la notte confinate a bordo di un’altra nave da crociera, la World Dream, mentre le autorita’ effettuavano controlli sanitari dopo che tre ex passeggeri sono risultati positivi al virus. I funzionari sanitari dell’ex colonia britannica hanno dichiarato che i passeggeri saranno autorizzati a scendere solo dopo il completamento dei test su tutte le persone a bordo.

Resta bloccata in mezzo al mare anche la Westerdam, partita da Singapore lo scorso 16 gennaio per una crociera da trenta giorni intorno all’Asia. Dopo aver lasciato Hong Kong, il primo febbraio scorso, e’ stata respinta indietro dalle Filippine che non hanno voluto farla attraccare per il timore che vi possano essere dei casi di contagio a bordo. Gestita da Holland America, doveva fare tappa in cinque porti giapponesi, prima che il governo nipponico negasse l’autorizzazione. Ora naviga attraverso il Mar Cinese Orientale.  AGI.IT

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