Parma: presa banda di nigeriani che vendeva cocaina ai ricchi

L’attività di spaccio di cocaina aveva dato loro un utile molto importante, perché gli acquirenti pagavano subito e pagavano tutto. Ma la polizia di Stato, in queste ore, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Parma, Mattia Fiorentini, su richiesta del sostituto procuratore Emanuela Podda, nei confronti di quattro cittadini di origine nigeriana, accusati di spaccio di questa sostanza in città e nelle zone vicine.

Secondo quanto riportato da Repubblica, due dei pusher coinvolti, di 40 e 38 anni ed entrambi domiciliati nella città emiliana, sono stati raggiunti in queste ore da misura cautelare in carcere, mentre, per il momento, gli altri due destinatari delle disposizioni risutano irreperibili.

Una seconda attività di inchiesta, supportata anche dall’utilizzo di dispositivi tecnologici e inizialmente esclusivamente incentrata su uno dei due spacciatori (il 40enne), ha consentito alle forze dell’ordine di ricostruire la quotidiana attività di spaccio di cocaina, documentata da centinaia di cessioni e dall’identificazione di molti consumatori. La maggior parte di loro, come ha specificato la procura, erano clienti abituali.

In base a quanto emerso dalle indagini, l’attività tecnica ha consentito di accertare che il 40enne si avvaleva della collaborazione di altri due cittadini di origine nigeriana.

L’inchiesta delle forze dell’ordine si sarebbe poi conclusa con il riconoscimento di un quarto uomo, sempre di origini nigeriane.  Dalle indagini, come specificato dalla procura, sarebbero emersi gravi indizi relativi alla cessione di centinaia di dosi, che avrebbero fruttato agli indagati circa 50mila euro.

A conferma del fatto che il giro d’affari degli spacciatori era importante, anche il messaggio da parte di uno dei clienti. L’uomo si sarebbe lamentato per la scarsa qualità della cocaina ricevuta nell’ultima occasione: “Prima di andare a letto, una cosa, ti giuro sulla tomba di mia madre, tu hai perso un cliente da 20mila euro all’anno come minimo…”.

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