Fiducia estorta alla Camera. Dov’è la democrazia, presidente Mattarella?

Adesso sparite, avete finito di giocare sulla pelle degli italiani. Il governo Conte ruba la manovra, perchè impedire alla Camera di discuterla è furto di democrazia. Avete sequestrato il Parlamento. Malviventi in guanti bianchi hanno sovvertito gli orientamenti della pubblica opinione e l’hanno imbottita di tasse. E’ la vergogna di fine anno.

Basta guardare le facce dei deputati di maggioranza. Fischiano per aria. Ripetono a pappagallo la balla dell’Iva e altro non c’è da dire. Perché è da nasconderla la spicciolata promessa ai lavoratori via cuneo fiscale, una miseria. E’ scandalosa l’elemosina ai pensionati. Ma hanno premuto il bottone per il sì alla manovra per ricordare con quattrocentomila euro nostri e non loro il centenario del Partito comunista italiano. Con i soldi del popolo ci fanno festa per chi venerava i sanguinari dell’est.

Vogliamo sentirla in televisione l’ultimo dell’anno la frase democrazia parlamentare pronunciata da Mattarella. Ce la farà il presidente della Repubblica a non arrossire nel messaggio presidenziale? Ha ascoltato che gli ha mandato a dire ieri Giorgia Meloni? Non solo ci ha scodellato un governo privo di consenso popolare, il capo dello Stato…. Ma tollera che la sua cara democrazia parlamentare imbavagli il Parlamento. Non far pronunciare una sillaba da chi dovrebbe averne massima facoltà. Dov’è la democrazia, presidente? La Camera dei Deputati ridotta a votificio di governo. La legge di bilancio vietata agli onorevoli.

Lo scorso anno ci fu l’alibi dell’Europa per comprimere i tempi di discussione, ma almeno gli emendamenti furono votati. Questa volta no. Il Pd 2018 andò a protestare alla Corte Costituzionale. Il Pd 2019 scappa col malloppo. Assieme ai compari a Cinquestelle e a quei renziani che fanno i brontoloni ma non rifiutano il bottino. Stanno piegando le istituzioni al potere ma nessuno dice nulla. O meglio: è il popolo che li boccia ogni volta che si vota. Nessuna fiducia per costoro.

Ci hanno imbottito di tasse – Nel merito, è andata ancora peggio. Perché nel 2020 pagheremo sei miliardi in più di tasse e undici nel 2021. Ci troveremo di nuovo la manovra sull’Iva in mezzo ai piedi nella prossima finanziaria, con le accise che triplicheranno, quadruplicheranno, quintuplicheranno. Ma quale blocco dell’Iva se aumenti i costi per i trasporti, se metti in ginocchio le aziende con la tassa sulla plastica e quella sullo zucchero. E’ l’Iva sotto altra forma, altro che favole raccontate per i gonzi.

In compenso, ci becchiamo ancora il reddito di cittadinanza mentre a Taranto si scoppia di rabbia, mentre l’Alitalia soffre la nuova crisi spaventosa e tante altre aree di crisi sono in ebollizione. Ma noi, con la fiducia, buttiamo otto miliardi di euro per brigatisti, banditi, spacciatori che ogni giorno vengono scoperti con in tasca il cadeaux di Luigi di Maio. Da questa manovra si sono salvati solo i colossi del web: dovevano pagare loro le tasse, ma hanno troppi amici, complici, conniventi, nel governo del Paese.

Non ci resta che aspettare Natale prossimo per festeggiare anche chi guiderà l’Italia. Perché questi fanfaroni, da Conte a Di Maio, da Zingaretti a Renzi, dovranno sparire e magari arriverà chi le tasse le riduce e non le aumenta. Chi punta sullo sviluppo e non sull’assistenzialismo. E chi pretende rispetto dall’Europa senza alcuna sudditanza. Il futuro dell’Italia è a destra.

Francesco Storace

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