Banca popolare Bari, Paragone: “Tutti promossi quelli che non videro il buco”

“Salveremo i risparmiatori”, dicono da Palazzo Chigi ma, secondo quanto sostiene il senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluigi Paragone, “il vero salvataggio ancora una volta sarà per il sistema Bankitalia”.

Gianluigi Paragone spiega, in un video che ha postato su Facebook, prima del suo intervento a In mezz’ora, come la questione della Banca popolare di Bari sia diventata problematica dopo l’acquisto della TerCas, cioè la cassa di risparmio di Teramo. I vertici di Bankitalia approvarono l’acquisto, sottovalutando le perdite della cassa di risparmio e affidando il nuovo polo bancario alla famiglia Jacobini, storica della popolare di Bari. E questo, “è il primo errore di Bankitalia”.

Poi, vengono effettuate diverse ispezioni, prima nel 2016/2017 e successivamente nel 2019: in nessuno di questi controlli, Bankitalia rileva criticità. Ma anche questo sarebbe un errore, dato che “le cose non andavano bene per niente”. Infatti, era già saltato il primo cliente della Popolare di Bari, senza che la dirigenza si chiese cosa stesse succedendo, nonostante fossero in corso le ispezioni.

E ora, chi non si è accorto delle criticità di TerCas pagherà? “La verità- continua Paragone- è che il governo sta zitto sui nomi e il presidente del Consiglio va a pranzo e cena con il governatore di Bankitalia“. E Paragone fa nomi e cognomi degli uomini responsabili di non essersi accorti del buco. Così, Iganzio Visco, governatore di Bankitalia, resterebbe al suo posto, nonostante “abbia visto fallire la metà delle banche”, Salvatore Rossi, il cui occhio sulla TerCas fu fondamentale per guidare la fusione, sarebbe stato nominato presidente di Tim, alla vigilia di importanti operazioni finanziarie, secondo quanto riporta il Tempo. E ancora, Fabio Panette, direttore generale di via Nazionale sarebbe vicino ad entrate nella Bce come membro effettivo, mentre Carmelo Barbagallo, ex capo della Vigilanza di Bankitalia, è passato alla guida dell’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano. Infine Lanfranco Suardo, che guidava le ispezioni su Bari, è stato promosso a novembre. Tutti salvi, quindi. “Alla fine nessuno paga”, conclude Paragone.

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