“L’insicurezza è una percezione”, ma l’élite si blinda con 600 agenti

Il «dispositivo» di sicurezza adottato dal questore, Sergio Bracco, ha previsto uno spiegamento di uomini e mezzi imponente come impone la presenza del presidente della Repubblica Mattarella, del presidente del Senato Casellati e del ministro dell’Interno Lamorgese. Accessi a piazza Scala chiusi con polizia e transenne: si passava solo con il biglietto per la Tosca o con il pass previsto per tecnici, forze di polizia, mezzi di soccorso e operatori della comunicazione. A coordinare il tutto, insieme al questore Bracco, anche il prefetto Renato Saccone.

Anche se la Questura ancora non fornisce numeri ufficiali, sono oltre 600 gli agenti impegnati per garantire la sicurezza della Prima 2019. Rispetto al recente passato, è meno forte il timore di attentati terroristici di natura islamica, anche a causa dello sfaldamento del Califfato di al Baghdadi (ucciso in un raid a ottobre). Tuttavia, resta alta l’attenzione per gesti, anche solo dimostrativi, dei cosiddetti «lupi solitari» o personaggi autoradicalizzati in cerca di visibilità.

In piazza anche gli esperti dell’Antiterrorismo di Digos, Ros e Nucleo informativo dei carabinieri. Con loro, e a disposizione per ogni evenienza, anche tiratori scelti, artificieri e personale di Uopi e Api, le unità operative antiterrorismo di polizia e carabinieri nate dopo gli attentati di Parigi per sostenere scontri a fuoco contro commandi armati di fucili automatici.

Meno preoccupazione ha destato il fronte dell’eversione interna nel periodo della ricorrenza del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana. Il movimento anarchico informale, in passato autore di azioni dinamitarde contro obiettivi militari o statali, è stato colpito da arresti ed operazioni di polizia. E mai ha preso di mira eventi di piazza come la Prima della Scala.

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