Raccontano che la priorità è il clima senza temere di essere presi a schiaffi

di Augusto Bassi – http://blog.ilgiornale.it/bassi

Abbiamo osservato per tanti mesi e con crescente imbarazzo l’ammaestramento della propaganda sinistra nei confronti delle bertucce progressiste. Per tante volte abbiamo rimarcato come alla base del cataclisma intellettuale in atto vi sia innanzitutto una generale assenza di consonanza cognitiva. Abbiamo poi sottolineato in numerose circostanze come il condizionamento ideologico mass-mediatico si sia servito della finestra di Overton per rendere progressivamente popolari idee poco prima inconcepibili, come l’utero in affitto o un governo Pd-5Stelle.

Tuttavia, benché avvezzi a tutto ciò, ci troviamo innanzi un genere di divulgazione che si spinge oltre e che ritengo apertamente sperimentale e potenzialmente distopica. La contraffazione di dominio sta tirando l’elastico della credulità sociale fino a sdoganare la più schietta imbecillità. Non è più un lubrico tentativo di trasformare l’inaccettabile in legale, ma un frontale attacco all’esperienza, al principio di realtà.

Mentana scrive: «Effetto generazione Z su tutta l’opinione pubblica italiana; sondaggio Swg, è il clima la più grande preoccupazione degli italiani». Assistiamo dunque a un mitragliamento manipolatorio a tappeto di ecoputtanate millenariste azzimate da rassicuranti treccine, un moral bombing strategico; e quindi una presta verifica dei danni recati alla popolazione civile con sondaggio-scemenze pilotate che rilanciano il moral bombing di cui sopra.

Quali sono dunque le “situazioni o realtà” che preoccupano maggiormente gli esseri umani che abbiamo intorno? Il clima. Si sottintende dunque, sfidando la sfera logico-razionale anche dell’imbecillità integrale, che i 14 milioni di poveri assoluti/relativi in Italia, o i malati di cancro, o i disabili, o gli anziani soli, o le madri single, o i disoccupati, o i giovani precari, o i giovani randagi, o i cornuti, o gli interisti… abbiano come prima preoccupazione esistenziale, la mattina, il cambiamento climatico. E lo si riporta senza temere di essere presi a schiaffi con delle fette di bresaola multimediale sulla faccia.

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