Bologna: il festival gender e il sistema di potere della regione rossa

In una recente intervista a La Verità, Umberto La Morgia (consigliere comunale Lega a Casalecchio – Bologna) ha spiegato con quali pretesti viene diffusa l’ideologia gender nell’ambito del festival “Gender Bender” nei numerosissimi spettacoli previsti:
«Maschio e femmina non sono più sessi, e nemmeno generi, ma solo goffi stereotipi discriminatori da annacquare e magari ridicolizzare. Spettacolo rivolto ad un target di età a partire dai 12 anni… Questi estremismi non vanno di certo a favore dell’immagine e dell’inclusione delle persone libere e di buon senso, di qualunque orientamento affettivo».

Nello stesso articolo, l’On. Bignami (Fratelli d’Italia) segnala che la Regione Emilia-Romagna ha versato 100.000 € all’Arcigay per il festival Gender Bender. Non contento, La Morgia ha voluto scavare ancora più a fondo: ha fatto una richiesta di accesso agli atti amministrativi relativamente al Teatro Laura Betti di Casalecchio, uno dei circa 20 immobili pubblici messi a disposizione del Festival.

Il consigliere leghista ha così scoperto che praticamente tutte le attività di gestione del Teatro sono esternalizzate ad ATER (Associazione Teatrale Emilia-Romagna) a cui l’amministrazione di Casalecchio paga la “modica” cifra di 122.000 € all’anno, ma non ha praticamente alcun controllo o potere di veto sulla programmazione (3). Salendo di livello, la stessa ATER dichiara di aver ricevuto sovvenzioni per 2.806.730,96 € da 12 amministrazioni comunali, di cui 1.014.000 € dalla Regione per l’anno 2018 (4).

Infine, a livello nazionale, nel 2017 il Ministero per i Beni Culturali ha sovvenzionato ATER con 461.543 € (5).
Per lo stesso anno, la “consorella” ERT (Emilia-Romagna Teatro Fondazione) ha ricevuto 1.984.778 € dallo stesso Ministero (6).
Questo fiume di denaro a favore di eventi e associazioni che veicolano anche il gender era stato segnalato al Governo Lega-5stelle, che però non ha fatto nulla.

È chiaro che il Laura Betti (così come ATER e il Min. dei Beni Culturali) non ospita solo spettacoli gender, ma il “caso” illumina il sistema di potere social-comunista, possibili “stipendi” ai suoi attivisti e come mai la propaganda LGBT è così potente. Se queste imponenti somme sono dedicate solo ai teatri, quanto viene elargito per i cinema, le sale pubbliche, librerie, l’organizzazione e marketing?

Portata alla luce questa rete, sarebbe bastato un esposto alla Corte dei conti per provocare un’ispezione che avrebbe svelato sia le attività gender sia il falso risparmio delle esternalizzazioni: è sempre con il denaro pubblico che si paga, e probabilmente si paga di più.

Forse proprio per evitare eventuali esposti, ATER ha deciso di trasformarsi da Associazione in Fondazione. E la Giunta della Regione (che è socio fondatore di ATER) ha velocissimamente provveduto ad accettare la trasformazione in Fondazione tramite apposito progetto di legge regionale, il cui testo è stato approvato il 1/10/2019 (8).
Il fatto è che l’art. 25 del Codice civile attribuisce all’autorità governativa nazionale il controllo sull’amministrazione delle Fondazioni: per un consigliere comunale è pertanto impossibile intervenire.

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Restiamo convinti che la difesa della civiltà occidentale e cristiana debba passare soprattutto dal contrasto amministrativo: così han fatto coloro che vogliono distruggerla.
In quest’ottica è importantissima l’azione svolta da La Morgia ed è auspicabile che venga presto imitata da ogni consigliere comunale.

Infatti, se davvero si vuole fermare la deriva etica del Paese, occorre che ogni amministrazione comunale, provinciale, regionale e nazionale operi per smantellare il mosaico di finanziamenti ad attivisti e alla propaganda culturale progressista.

FattiSentire.org – – Bologna, 8/10/2019

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